giovedì 9 dicembre 2021

Recensione: "Alien Thriller", tredici racconti che lasciano il segno, per l'antologia curata da Vito Introna

Vito Introna ha fatto un "bel colpaccio": "Alien Thriller" (Edizioni Mea - articolo precedente, clicca qui), al momento presente solo in edizione cartacea, è un'antologia che ibrida abilmente fantascienza e thriller. Un plauso va a ciascuno degli autori e delle autrici, capaci di intessere scenari differenti, ricchi di suggestioni. Ecco la recensione, racconto per racconto, escludendo "Covid 19 - La rivoluzione di Armonia" di Roberta De Tomi, che sarà solo presentato. 

Il libro si apre con "Il barbiere di Grado" di Lorenzo Davia. In una narrazione limpida e snella troviamo la questione del tempo, un grande tema classico della fantascienza, incastonato in una spy-story.
Segue "Abduction ZB9" di Ugo Spezza, un giallo alieno in piena regola, in cui non mancano dettagli macabri, funzionali allo sviluppo della trama. Qui troviamo molti richiami a questioni calde come l'immigrazione, in un contesto che allinea elementi rurali a quelli tecnologici; il tutto basato su una buona tensione ritmica. 
Molto suggestivo "Il pozzo delle Tiadi" di Frank Detari: visionario, con riferimenti alla mitologia e alla cultura classica (in particolare, latina), che ci rammentano le nostre radici; radici che dovremmo rivalutare, in questo momento di decadenza culturale. Dicevo un racconto suggestivo, in cui prevale il senso del mistero, ben costruito e che delinea un protagonista a 360°.

Torniamo al giallo che ci rimanda a tanta narrativa del genere ambientata in provincia: "Il brigadiere Paternostro" di Nicola Pera, verte intorno a un'indagine che porterà a una scoperta sconvolgente. Il dubbio è: nella canicola estiva, sarà il frutto di un sogno? Vincente l'ironia che funge da corollario alla narrazione.
Con "L'orco del Reno" di Francesca Panzacchi e Alessandro Noseda, manifestazioni aliene si intrecciano a una vicenda di violenza sessuale, toccando un tema attualissimo in modo struggente ed efficace. La narrazione presenta alternanze e slittamenti temporali sorrette da un ritmo che ci coinvolge in maniera pregnante. Echi di Thomas Mann anche nella delineazione del contesto "decadente" con "Morte a Venezia" di Friedrich L. Friede. Il giallo, sorretto da una penna molto attenta alla resa dei dettagli, torna protagonista con un'indagine che fa emergere moventi agghiaccianti, che sembrano scordare l'umanità, andando al contempo a sondare rapporti famigliari. 

Spicca il giallo anche in "Non ci sono fiori su Marte" di Alessandra Leonardi, che con una prosa molto concreta e immediata, costruisce uno scenario distopico interessante e verosimile, sorretto da una prosa in cui si insinua un pizzico di "poesia" assurta ad apertura alla speranza. 
Sembra l'incipit di un romanzo "Crisalide" di Loriana Lucciarini: un'affascinante ritratto femminile che ci riporta alle supereroine del cinema e dei comics. Qui l'incursione è nell'urbanfantasy, tuttavia è un racconto che non esula dall'antologia, complice una penna sensibile nel far emergere le peculiarità della protagonista.  
Si attenua il giallo anche in "Mondo femmina" di Flavio Firmo, dove la distopia si configura come occasione di riflessione sulla gestione dei poteri tra i generi, senza cadere nella retorica (e negli spiegoni), veicolando tutto attraverso una scrittura visiva e dialoghi che non girano mai a vuoto.  

Incipit in media res e narrazione snella e visiva per "Il vampiro" di Marco Alfaroli, che strizza l'occhio all'horror; e in effetti qui troviamo momenti sanguinolenti ben dosati, in linea con il temperamento del villain, fino al colpo di scena finale.   
"Uomini oscuri" di Marco Milani non si pone strettamente nel solco del giallo, ma è prima di tutto un'action cinematografica, cui segue una rivelazione caricata da un senso dell'attesa bene calibrato. Penna accurata alla resa di dettagli, dosa bene i suoi ingredienti. 
"La sacerdotessa" di Daniela Piras è un tuffo nell'ancestrale: l'età nuragica incontra un presente che mostra la scarsa evoluzione spirituale dei terrestri nei secoli. Una scrittura evocativa che apre a quesiti attuali sul dilemma scienza-religione, mostrando come ci siano forze che sfuggono ancora all'umana comprensione. 

"Covid 2019 - La rivoluzione di Armonia" di Roberta De Tomi si aggancia alla realtà della pandemia, prolungandola e immaginando un futuro in cui i contatti fisici e sessuali sono appannaggio di pochi, al punto che anche la violenza sessuale non esiste più; meglio, non dovrebbe esistere più...   

Per concludere
I racconti sono accomunati da una narrazione visiva; tuttavia ogni autore e autrice ha portato un frammento di sé, riprendendo archetipi che hanno saputo narrare in maniera personale, portando il lettore all'evasione ma anche alla riflessione. Una raccolta sfaccettata e ben curata.  
 
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