mercoledì 15 dicembre 2021

Recensione - "La piccola mercante di sogni" di Maxence Fermine, una sosta tra i sogni

In questo romanzo entriamo nella circoscrizione dei sogni, dove i mondi assumono nuove e incredibili connotazioni. La magia, la meraviglia sono le colonne portanti de "La piccola mercante di sogni" (Bompiani) del prolifico autore Maxence Fermine; e noi lettori non possiamo che camminare a fianco dei protagonisti per vivere con loro incredibili avventure. Ecco la recensione.

"La piccola mercante di sogni": la trama
Il giorno del suo undicesimo compleanno, Malo cade nella Senna. Aspirato in una conduttura, quando riapre gli occhi si trova in un mondo in bianco e nero, illuminato dalla luce di una luna di diamanti. È entrato nel Regno delle Ombre, un luogo magico popolato di personaggi meravigliosi e fuori del comune: Arthur, un albero che non smette mai di starnutire; Mercator, un gatto di duecentotredici anni; Lili, la piccola mercante di sogni dagli occhi dorati che ruba le fantasie per rivenderle. Senza contare poi gli spettri inquietanti e un pericoloso alchimista che gli getta contro un terribile incantesimo. Per rompere il maleficio, Malo dovrà affrontare una sfida davvero ardua. E una notte... Maxence Fermine, autore di "Neve", ha scritto questo racconto ispirandosi al sogno di una delle sue figlie. È una storia piena di poesia, di emozioni e di sorprese, che rapirà grandi e piccoli.

La recensione
Una bella fiaba contemporanea, dove il mondo rovesciato nei sogni riflette quello reale, caricandosi di inquietanti visioni. Quando Malo cade nella Senna, entriamo con lui nella conduttura, esattamente come  Lucy, Susan, Edmund e Peter Pevensie nell'armadio per Narnia o Dorothy viene risucchiata dal tornado per approdare al Regno di Oz. Qui, il dispositivo dell'altrove (vai all'articolo, clicca qui) si attiva per portarci nel Regno delle Tenebre, insieme a Malo. Cosa ci aspetta?

Nulla di dantesco, restiamo in ambiente francese, con i diversi monumenti parigini rappresentati diversamente, anche se riconoscibili. Ma con il protagonista, compiamo un lungo viaggio, seguendo viali e viuzze, trovandoci in vicoli e case inquietanti, arrivando persino a fare tappa in un cimitero, uno dei luoghi più lontani dall'infanzia, ma che sicuramente riveste un ruolo importante nell'avventura di Malo. Del resto sappiamo che le prove che i protagonisti delle fiabe devono affrontare servono a una loro crescita, attraverso il superamento di ostacoli. E qui gli ostacoli non mancano!

Quante volte ci troviamo a correre contro il tempo per raggiungere un obiettivo, rischiando di toppare? Accade a Malo, ma l'arrivo di un'aiutante speciale sarà fondamentale. Qualcuno che ti indichi una via che altrimenti non vedresti. Qui l'aiutante è magico, ma ricordiamo che la magia è la capacità di far accadere qualcosa e di attuare dei cambiamenti, bacchetta magica o no.

Nel libro ci sono poi diversi personaggi, perfettamente incastrati nella trama. Malo è un bambino fondamentalmente solo, in quanto i genitori sono presi dal lavoro e dal loro mondo per dargli veramente retta. Oltretutto il nostro protagonista "ha la testa tra le nuvole"; è un sognatore, uno che si pone in antitesi con il pragmatismo adulto. Ma proprio questa sua attitudine, la capacità di sognare, lo aiuterà nel Regno delle Ombre. 

La trama si sviluppa limpida e pulita, come la scrittura, piena di idee perfettamente inanellate. Tutto è credibile, non c'è una virgola sbagliata, ma nella perfezione troviamo la narrazione che ci fa sognare, che ci trasporta in un mondo suggestivo, dove tra le ombre si svela anche un caleidoscopio di sfumature.

Abbiamo bisogno di sognare, soprattutto in questo periodo. Di recuperare elementi di fantasia, oltre la trivialità quotidiana. Niente slogan, solo un tuffo nella magia che ci connette a noi, al lato onirico e inconscio, dando un calcio all'eccesso di scientismo che rischia di trasformarci in automi. Abbiamo bisogno anche di storie come queste, a ricordarci che siamo oltre i numeri, che c'è un qualcosa di magico e non solo pulsionale in noi. Abbiamo bisogno di storie come questa, che ai bambini racconta la morte in modo intelligente; ma non solo, anche gli adulti possono beneficiare della narrazione su questo tema, ricordando la fragilità del nostro essere umano. Infine, una storia come questa ci ricorda che possiamo entrare in connessione con la parte più profonda di noi, quella che ci fa disegnare fuori dalle righe.  

Per concludere

Una storia da leggere se amate il fantasy contemporaneo, che ne echeggia altre, ma dotato di una forte personalità, complice la penna di Fermine. Una storia per bambini, ma anche per grandi. Consigliata.     

L'autore: Maxence Fermine
Maxence Fermine è nato ad Albertville, ha trascorso parte della sua infanzia a Grenoble e attualmente vive in Alta Savoia. Ha pubblicato "Neve" (Bompiani, 1999), che ha già raggiunto ventisei edizioni, "Il violino nero" (Bompiani, 2001), "L’apicoltore" (Bompiani, 2002), che ha ricevuto il Premio Murat “Un romanzo francese per l’Italia”, "La trilogia dei colori" (Bompiani, 2003), cofanetto che raccoglie i tre volumi precedenti, "Opium" (Bompiani, 2003), "Billard Blues" (Bompiani, 2004), "Amazone e la leggenda del pianoforte bianco" (Bompiani, 2005) e "Tango Masai. l'ultimo sultano" (Bompiani, 2006), "Il labirinto del tempo" (Bompiani, 2008).

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