martedì 22 febbraio 2022

"La mucca viola" di Seth Godin: distinguiti da un mondo marrone (dedicato anche alle penne creative)

Non è un trattato di zoologia né umoristico, come qualcuno potrebbe pensare: "La mucca viola" (Roi Edizioni) di Seth Godin è un saggio sul business edito all'inizio del Duemila. Perché la recensione di un testo di questo tipo, in un blog di scrittura creativa? Non è fuori argomento e vi spiego le ragioni.

"La mucca viola": la trama
"La mucca viola" è il libro che ha consacrato Seth Godin come uno degli autori business più amati e ha lanciato un movimento globale che ha ridefinito le basi del marketing. Il solito marketing e i grandi investimenti sui media tradizionali non funzionano più. Oggi il marketing comincia dall'idea del prodotto, che deve essere straordinario, diverso, innovativo per poter catturare l'attenzione dei clienti e far parlare spontaneamente di sé. È questo elemento di magia e unicità a far sì che realtà come Apple, Google, Ikea, Starbucks o la bottega del macellaio toscano Dario Cecchini continuino a macinare successi, mentre grandi industrie affermate arrancano e non riescono a stare al passo.

Il libro
La mucca viola non è una variante zoologica, ma un'eccezione, la metafora dell'idea che nasce e si distingue, diventando il prodotto che comunica. L'immagine viene spiegata da Seth Godin e non è un caso che il viola sia il colore designato... Il viola, ricordo, è una delle tinte associate alla creatività e non a caso è tra gli eletti della Penna Sognante. Cosa di meglio, quindi, di parlare di questo testo?

Un libro che mostra il passaggio dal vecchio marketing (detto dell'interruzione) al nuovo (del permesso), scritto all'inizio del Duemila, ma che a circa vent'anni dalla sua uscita risulta attuale più che mai, in un mondo saturo. Tutti i desideri principali possono essere soddisfatti e il marketing dell'interruzione, ovvero quello basato sulla pubblicità classica, con spot e slogan vari, perde efficacia a fronte di un pubblico che ha nuove esigenze. Le attitudini ai Social, il maggiore individualismo, richiedono un approccio diverso, che possa colpire il pubblico in maniera attiva. Il marketing deve essere coinvolgente e portare alla condivisione. Quello che si propone deve essere per primo "la comunicazione."

La mucca viola è questo: ciò che si distingue, che diventa parte del processo, per cui la comunicazione inizia dal prodotto; il quale non deve essere la mera scopiazzatura di qualcosa o l'onda che si cavalca per moda. Distinguersi è  fondamentale e l'autore spiega come fare, portando esempi probanti. Il tutto, senza spacciare formule magiche, ma cercando di stimolare la ricerca delle soluzioni, illustrando le caratteristiche del nuovo marketing. Niente è regalato, lo sottolineo e lo stesso Godin lo rileva. Noi restiamo gli artefici del nostro successo. 

La scrittura semplice e concreta arriva diretta a chi legge. La forma è quella del saggio e prevede momenti di compendio per far cogliere il succo del discorso. A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché parlare della mucca viola anche in riferimento alla scrittura creativa e alle narrazioni? 

Cercare la mucca viola è un esercizio di creatività e vale anche per chi scrive. Cercare la storia, il modo di proporla, lo stile fa parte del quotidiano di chi scrive. Gli esempi che porta Godin possono essere traslati a storie e libri che conosciamo e dall'analisi di questi, possiamo tirare fuori qualcosa di eccezionale. Le regole ci sono, non sono verità assolute, ma guide che possono portarci a scrivere la nostra mucca viola. Provatelo e poi ditemi se è off topic! Buona lettura.  

A chi si rivolge
A chi vuole distinguersi, a chi fa i primi passi nella comunicazione, a social media manager, content writer, storyteller e branding teller e... narratori più classici, penne creative incluse. 

L'autore: Seth Godin
Classe 1960,  nel 1979 si laurea in informatica e filosofia all'Università Tufts e in seguito consegue il Master in business administration alla Stanford Graduate School of Business. Dal 1983 al 1986 lavora come brand manager di Spinnaker Software e per un certo tempo si sposta ogni settimana tra la California e Boston sia per il suo nuovo lavoro sia per completare il suo master.
Dopo aver lasciato Spinnaker Software nel 1986, Godin usa 20.000 dollari dei suoi risparmi per fondare in un monolocale di New York la Seth Godin Productions, una società che si occupa di packaging editoriale. È in quello stesso ufficio che Godin incontra Mark Hurst con il quale nel 1995 fonda Yoyodyne, in seguito acquisita da Yahoo!.
Dopo alcuni anni Godin vende la Seth Godin Productions ai dipendenti e concentra i suoi sforzi su Yoyodyne introducendo e sviluppando su Internet i concetti di permission marketing (i messaggi pubblicitari e le offerte commerciali sono inviati soltanto dopo il consenso dell'utente), di viral marketing e di direct marketing. Per un certo periodo di tempo, Godin ha inoltre collaborato come editorialista per la rivista Fast Company.

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