"I dissidenti" è uscito nel 2021, in piena Pandemia, ma si proietta in un futuro che non sembra poi così lontano. L'Algoritmo ha preso il sopravvento e l'Arte si è sostituita alla Politica e alla Religione configurando una nuova società basata sulla sicurezza (e sul controllo). Si tratta della seconda avventura letteraria di Elisabetta Tagliati, che abbiamo conosciuto con "Oltre l'abisso". Qui la scrittura è sicuramente non convenzionale, con la voce data ai protagonisti.
"I dissidenti": la trama
Una società distopica governata dalla forza dell’Arte. Un mondo dove il confine tra Artisti e Dei sembra irrilevante. La Città assediata: una delle quattro storie di Borges. Città che delinea una società disumana governata dal una scienza sterile, rappresentata dal maestoso Algoritmo. Città che può rappresentare anche il mondo intimo di ognuno di noi, dove la scintilla rischia di spegnersi per il soffio della routine.
Questo mondo nasconde l’Equazione dell’Uomo dietro l’Arte, che viene furbamente asservita sostituendo il potere religioso e politico con Artisti, a capo dei quali vi è Madre: una trasfigurazione moderna di Cibele. Il Popolo represso assiste meravigliato al melodioso canto di lei, che porta ricordi di un amore lontano che ormai ha assunto i contorni di una leggenda. Qualcuno non è disposto ad accettare le regole di una società dominata da monitor: i Cittadini li chiamano deviati, ma loro preferiscono ‘Dissidenti’. Al gruppo, capitanato dall’ultimo Guru rimasto, si unisce Liu, un’Artista condannata per la sua sete di Infinito. Insieme forse potranno sovvertire il destino della Città.
Il primo passo decretato da Liu è riappropriarsi della storia: nasce così il ‘Primo libro dei ricordi del mondo’. Quell’Uomo che ha creato l’Arte può essere risvegliato?
La lotta contro una società malsana, vista e sentita dall’intimo di una cantante lirica.
L’intreccio di personaggi e punti di vista diversi, dove l’Arte – in particolare il canto - si trasforma in terapia, bellezza, spiritualità, relazione, benessere, amore, vita.
La recensione
Il romanzo apre con le voci dei personaggi, identificati con codici alfanumerici, che raccontano la società in cui vivono. Gradualmente e sulla spinta delle tensioni rivoluzionarie, le voci acquisiscono un'identità più umana. Tra queste spiccano Wil (nome non casuale) e Liu, una cantante lirica il cui destino si delinea mano a mano che gli eventi si fanno più frenetici, fino a un epilogo denso di significati.
Se l'Arte fonda una nuova società, può diventare anche uno strumento di liberazione; il che significa recuperare lo spirito di comunità, l'identità e la possibilità di espressione che riporta al senso della creatività. Ma la libertà ha il suo prezzo e i dissidenti lo devono pagare; tuttavia in ogni rivoluzione si annida il seme della rinascita; del resto ogni crisi reca in sé le soluzioni.
In questo romanzo c'è una componente iniziatica che riprende "Oltre l'abisso". Inoltre si riconosce la scrittura ricercata ed elegante di Elisabetta Tagliati, con i riferimenti all'Opera e una cultura che si respira insieme alla sensibilità di un'autrice che esce dagli schemi e innesta la musica nella scrittura. Questo romanzo esce dagli schemi cui è abituato il lettore. Proprio per questo è consigliato.
Per concludere
"I dissidenti" di Elisabetta Tagliati è una distopia con echi iniziatici, non lontano da certi temi di "Oltre l'abisso", pur essendo connesso a una realtà futuristica (ma vicino alla nostra). Parla di rivoluzione e lo fa con la coerenza, avvalendosi di uno stile frammentato, in cui però tutto torna, complice uno stile fluido.
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Recensione "Oltre l'Abisso": La Penna Sognante: RECENSIONE/RIFLESSIONE - "Oltre l'abisso" di Elisabetta Tagliati: un viaggio iniziatico dal sapore magico
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