martedì 18 giugno 2024

"Orgoglio e pregiudizio" la recensione di un classico: l'attualità disarmante di Jane Austen e le sue donne libere

L'importanza di un buon matrimonio e di un altrettanto buon piazzamento sociale. Oggi la prima affermazione farebbe saltare la maggior parte delle donne dalla sedia da cui stanno inquadrando la loro indipendenza, spogliandosi con orgoglio e pensando in questo  modo di esprimere la (finta) libertà; la seconda parte, invece, è declinata sulla base dell'emancipazione femminile. Tuttavia, nel trattare le prassi sociali, c'è sempre una buona dose di ironia, insieme alla messa in evidenza di donne che, di fatto, presentano tratti molto moderni, anzi, contemporanei. Jane Austen, autrice classificata e un po' etichettata in quanto fautrice del genere chick lit, in realtà mostra come la libertà possa esprimersi all'interno di un codice sociale, risultando ancora più incisiva. La figura di Elizabeth Bennet, lo dimostra: temperamento fiero, arguto, ma anche deciso. Lo stesso discorso per Lidia, la figlia minore, spudorata e sventata, che dà scandalo; eppure la si apprezza per il coraggio che ha di sfidare le convenzioni. C'è poi la primogenita, Jane, che colpisce per la purezza delle intenzioni e che forse proprio per il suo essere se stessa, di cuore, ci disarma. In tutti questi personaggi si riassume la forza delle donne.
Ecco la recensione di "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen.

"Orgoglio e pregiudizio": la trama
Nel quadro della campagna inglese di fine Settecendo, le vicende delle cinque sorelle Bennet s'intrecciano a quelle di altri personaggi, animati dalle necessità sociali. In particolare, Elizabeth si scontra con l'ombroso Darcy che, fin dal primo sguardo, considererà un superbo antipatico, all'opposto di Bingley, che attira la sorella Jane. Ma proprio l'orgorglio e i pregiudizi alimenteranno una catena di eventi e fraintendimenti, culminanti nella caduta di maschere e nelle consapevolezze, complici i moti del cuore, che sanno sempre sorprendere. 

La recensione
Recensire un grande classico è sempre arduo; ma è anche vero che, proprio in quanto classico, non smette mai di dire qualcosa. "Orgoglio e pregiudizio" è un'opera che racconta ancora tanto dei meccanismi umani che portano a formulare giudizi su chi abbiamo davanti. La sua contemporaneità dipende dalla capacità di dipingere personaggi che non si allontanano da quello che siamo, ancora oggi, in una società che sembra cambiare, senza mai farlo veramente. 

L'essere umano si illude di portare grandi cambiamenti, ma è lontano da molte evoluzioni. E quando i pregiudizi "vecchi" sono sostituiti dai nuovi, i cambiamenti sono solo involutivi. Austen fornisce una materia immortale, usando l'arma di una potete ironia, mai eccessiva, ma che oggi potrebbe urtare qualcuno, soprattutto nella considerazione di una signora Bennet non propriamente intelligente, rispetto al marito. Ma l'arguzia è delle figlie, in particolare Elizabeth, che emerge nel suo errore, grazie alla capacità di correggersi. 

A fare da contraltare, l'ombroso Darcy, il cui atteggiamento viene scambiato per espressione di superbia. Ma si sa che fraintendersi è un attimo, soprattutto quando si pensa di conoscere a fondo l'animo umano. E mentre l'equivoco porta ad allontanamenti e alla maturazione di nuovi pregiudizi, non manca la figlia ribelle che si lascia sedurre da un poco di buono. 

Le sorelle Bennet restano come personaggi indelebili, a ricordarci la complessità dei meccanismi sociali. E anche se non vivono in un'epoca di emancipazione, ci fanno capire come la libertà parta da dentro. Accanto, troviamo la scrittura di Austen, diretta e che difficilmente cade nel poetico, pur mantenendo una certa eleganza e la cura nei dettagli. Ma è soprattutto la capacità di penetrare l'animo umano, quello che colpisce e che la rende così contemporanea. 

Per concludere

"Orgoglio e pregiudizio" è un romanzo di ieri, che apre all'oggi. Una storia che riporta alla luce le nostre complessità, le esigenze sociali, mostrando come, in fondo, noi restiamo umani. 


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