venerdì 6 dicembre 2024

"Ultimo approdo" di Claudio Secci: una lettura immersiva che punta alla rinascita e all'umanità

Aspettavo con curiosità il seguito de "Il supervisore di suicidi", che ho letto e recensito con grande piacere (clicca qui). E, finalmente, nello smaltire la pila di libri, ormai immancabile non solo sul comodino ma anche sulla scrivania, sono riuscita ad immergermi in questa lettura. "Immergermi" è il verbo che descrive perfettamente l'esperienza oggetto di questa recensione: scopriamo "Ultimo approdo" (Odissea Digital Fantascienza - Delos Digital) di Claudio Secci, un autore che continua a riservarci piacevoli sorprese. 


"Ultimo approdo": la trama
«Anche se raggiungessimo la Terra, non avremmo energia, non sapremmo come ricaricarti. E poi… Se lo shortcut ci sputasse proprio su Alpha Centauri, tu potresti riuscire a capire, con la tua nuova dotazione, se la Terra potrebbe ancora ospitarci?» Lasciata la colonia KB34 dalla quale si sono salvati per un pelo, Lewis Harper e i pochi sopravvissuti del conflitto con i robot cognitivi Magnus si trovano a dover riaffrontare lo shortcut che dovrebbe riportarli dall'altra parte dell'universo. Allo sbocco di Alpha Centauri, vorrebbero atterrare su una Terra incerta, che potrebbe essere ancora inospitale dopo il disastro atomico avvenuto un anno prima. Ma il mancato rispetto del protocollo imposto per il passaggio del varco spazio-temporale creerà delle conseguenze inaspettate e gli umani superstiti si troveranno costretti ad atterrare su una nuova colonia. Dove tutto è un'altra volta diverso. Dove ci saranno nuovi problemi: energetici, alimentari, respiratori. Dove la competizione fra gli ultimi umani rimasti creerà grosse ostilità. Quale sarà l'epilogo per la razza umana?

La recensione
La lettura di "Ultimo approdo" costituisce una conferma, ponendosi in linea con un percorso che vede l'autore, Claudio Secci, avanzare ulteriormente in termini di elaborazione e di maturazione tecnica e artistica. La conferma è rappresentata dall'attenzione ai dettagli e da un processo di documentazione che diventa una base imprescindibile per la creazione. L'evoluzione si evince, invece, dalla trattazione di un seguito in cui diverse implicazioni umane sono ulteriormente sviluppate e approfondite in modo chirurgico, rispetto al primo libro.

Chirurgica è la narrazione di Claudio Secci, riportandoci a situazione alla "Lost in Space" qui narrate con tutti i crismi del genere; va però evidenziata la voce autoriale chiara, che non si risparmia nei dettagli, senza mai cadere nella trappola della noia; al contrario, si avverte la volontà di una costruzione che mira a creare una tensione precisa, un'aspettativa che non viene certamente tradita. Insomma, l'immersione è garantita!

Elementi di immersione garantita, oltre alla citata attenzione ai dettagli, sono la resa di un mondo totalmente credibile, esplorato con tutte le cautele, ma anche gli elementi di introspezione, specchio di una condizione umana priva di stereotipi.

C'è un senso di profondità che si dispiega tra le pagine, un'esplorazione che non è solo rappresentata dall'azione di una missione spaziale. L'autore ci fa percepire l'angoscia di un mondo in costruzione; un mondo in cui la vita è precaria. Nella visione futura si racchiudono le ansie di un presente instabile, un senso di angoscia che ci riporta al conflitto tra umano e tecnologia, nel timore del sopravvento di macchine prive di cuore e di anima. Qui, per fortuna, il cuore batte forte e si scalda al tocco della vita, Harper lo dimostra. Amore, ma anche amicizia, nei legami che "contano". 

La scrittura, viscerale e profonda, ricostruisce una visione del mondo partecipata. La trama prende vita grazie alla parola variegata, che cerca di dare un senso all'esistenza, una speranza che scandisca la possibilità di una ricostruzione, di un futuro possibile. 

Per concludere
"Ultimo approdo" ci catapulta in una storia di speranza e di rinascita, in cui l'azione proiettata nel futuro diventa l'espressione delle istanze del presente, tra angoscia e desiderio di evoluzione. Un degno, coinvolgente completamento della dilogia iniziata con "Il supervisore dei suicidi". 

Link dedicati alle opere di Claudio Secci
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