Sintetico è bello? No... racconto è bello! Che sia lungo o che sia breve, l'importante è usare le parole giuste. Già perché potremmo diffonderci in un racconto che arriva a toccare le 5mila o le 7mila battute... ma poi optiamo per la sintesi massima ed ecco il drabble.
Quali sono le sue caratteristiche? Ve lo spiego qui. E durante gli incontri di scrittura creativa che sto organizzando.
Drabble: la definizione
Il Drabble è una vera e propria opera narrativa di respiro breve, anzi brevissimo che, di fatto, ha un suo riconoscimento a livello di critica. Nella sua traduzione letterale significa infangarsi o pescare strisciando la lenza sul fondo, definizione quest'ultima che fa pensare all'essenzialità della scrittura, con un parallelismo a uno sport.Il drabble è legato alla fantascienza, ma con il tempo è stato declinato anche agli altri generi narrativi.
Breve storia del drabble
Il concetto di drabble nasce dal Monty Python's Big Red Book, nel quale il termine veniva utilizzato per connotare un contest narrativo in cui il vincitore era chi fosse stato in grado di mettere il punto a un racconto molto breve. Le cento parole che attualmente compongono tale testo furono indicate negli anni Ottanta dalla Science Fiction Society dell'Università di Birmingham. Nei contest di drabble si fornisce solitamente un tema e una tempistica entro la quale occorre consegnare un raccontino compiuto.
Brian Aldiss, Gene Wolfe e Lois McMaster Bujold sono gli autori più noti di drabbles.
Caratteristiche del drabble
Il drabble deve constare di massimo cento parole e deve configurarsi come un racconto completo, dunque con un inizio, uno sviluppo e un finale. Non va confuso con l'incipit, errore in cui gli autori meno esperti possono incappare.
Per i miei allievi, il drabble può configurarsi come un esercizio di stile. Un racconto di tale brevità obbliga infatti le penne a indirizzare i propri sforzi nella direzione della sintesi. Utile soprattutto a chi ha la tendenza a usare molte parole, a volte più del dovuto.
Cosa può aiutarci a fare il drabble: esercizio di scrittura creativa con gli allievi
Per i miei allievi, il drabble può configurarsi come un esercizio di stile. Un racconto di tale brevità obbliga infatti le penne a indirizzare i propri sforzi nella direzione della sintesi. Utile soprattutto a chi ha la tendenza a usare molte parole, a volte più del dovuto. Non solo: il drabble può essere uno strumento utile alla messa a fuoco di una trama, per una storia che potrebbe essere ulteriormente sviluppata.
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Ma è troppo corto!
La polemica riguarda proprio la brevità. Ma come avviene per tutte le forme espressive, il drabble non va visto come un genere "nemico", ma come uno dei tanti possibili. E se il problema è la brevità, può essere visto come un espediente per avvicinare alla lettura in modo graduale i più giovani, la cui soglia di attenzione è bassa, poiché influenzata dai nuovi media (vedi smartphone e scroll). Avvicinare alla lettura si può, partendo anche dalla scrittura breve ma intensa. §Leggi i drabble di primavera
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