Oggi non parlerò di scrittura creativa, ma di un argomento affine, molto delicato: l'uso delle parole a scopo esclusivo, dove per esclusivo intendo qualcosa che porta a isolare, dunque a creare discriminazione oppure (meglio se uso la e) delle polarizzazioni potenzialmente pericolose. Alla base di tutto, c'è l'attitudine a ragionare per slogan: frasi brevi, prodotti dei copywriter - e ormai di artisti e attivisti - che devono catturare l'attenzione dei consumatori o degli utenti, per far pervenire un messaggio. Sia chiaro, non è la demolizione del settore pubblicitario, a ognuno il suo mestiere... del resto ormai di pubblicità viviamo e il nostro assetto mentale è fortemente orientato in tal senso, anche dal punto di vista linguistico. Ma con quali rischi e pericoli a livello di percezione semantica e ideologica? Con quali errori possibili?
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domenica 14 novembre 2021
venerdì 29 ottobre 2021
Se Lewis consultasse i media odierni: i sillogismi mediatici di Carroll
La penna sognante nasce in primis come fucina di idee. Le parole sono alla base della nostra creatività e vanno maneggiate con cura. Esse hanno un peso, soprattutto quelle ripetute a oltranza, al punto da diventare parte integrante di un vocabolario ricorrente, talvolta applicate in maniera controversa o per veicolare determinati significati che non sempre convergono con quelli originari. Talvolta si fanno associazioni che creano automatismi da cui si generano etichette che restano appuntate come marchi di fabbrica. E noi che non volevamo un mondo di etichette...
In queste settimane abbiamo assistito alla creazione di un vero e proprio asse concettuale: no-vax (opposti ai sì-vax); complottisti, no-green pass (cui contrapporre i sì-green-pass); fascisti. E qui Carroll (autore anche de "La logica fantastica" - clicca qui) si divertirebbe con i sillogismi... mediatici. Sono giochi di parole e prendeteli come tali: l'unica politica è quella della semantica. La verità ce l'avevo nella tasca della giacca, ma si è rotta, e così l'ho persa.
In queste settimane abbiamo assistito alla creazione di un vero e proprio asse concettuale: no-vax (opposti ai sì-vax); complottisti, no-green pass (cui contrapporre i sì-green-pass); fascisti. E qui Carroll (autore anche de "La logica fantastica" - clicca qui) si divertirebbe con i sillogismi... mediatici. Sono giochi di parole e prendeteli come tali: l'unica politica è quella della semantica. La verità ce l'avevo nella tasca della giacca, ma si è rotta, e così l'ho persa.
mercoledì 4 marzo 2020
Piccolo prontuario di scrittura creativa: a caccia di parole - Parte 1
Prima di parlare di narrazioni, storie, personaggi, metodi e tecniche, parliamo dell’elemento di base: la parola. Senza le parole, noi non potremmo raccontare storie. Magari dentro di noi abbiamo un repertorio di idee e di immagini, ma poi ci mancano le parole per esprimerle. È quindi importante iniziare da loro.
Vediamo in che modo.
Vediamo in che modo.
venerdì 6 settembre 2019
Quarto reading poetico - "Una finestra: un cuore aperto" sui mille volti della poesia
A volte non ci sono parole adeguate a descrivere le emozioni che ti lascia un evento. "Una finestra: un cuore", quarto Reading di parole, musica e immagini, è un appuntamento immancabile nel calendario annuale de La Penna Sognante. In primo luogo, per gli interessanti risvolti creativi (e non poteva essere altrimenti). In secondo luogo per l'ottima organizzazione. L'appuntamento ha preso corpo domenica 1° Settembre presso l'Azienda Agricola Ghirotto (Bornio di Villanova del Ghebbio, Rovigo). Ultimo, ma non per importanza, il valore socializzante del reading, crocevia di incontro e confronto, ascolto e possibilità di espressione. Ecco un breve racconto del pomeriggio.
lunedì 7 dicembre 2015
Fuga e silenzio nel cielo che non sai
Dopo aver lanciato il tesserino nel naviglio, Giovanni è rimasto inchiodato nella posizione di lancio, a fissare le acque che hanno ormai assorbito la notte.
Io resto in ascolto del bisbiglio che, dal basso, insinua una tranquillità che non mi appartiene. Mi entra dentro con lo sciabordio di una corrente tiepida.
Io e Ataru restiamo cristallizzati nel tempo di un gesto antico.
C'erano una volta.
Due sfigati.
Uno con gli occhiali.
L'altra con la faccia bloccata da una paresi. Fingevo sorrisi, per coprire la luce umida nello sguardo.
In mezzo c'era un muro che limitava i nostri contatti.
Io resto in ascolto del bisbiglio che, dal basso, insinua una tranquillità che non mi appartiene. Mi entra dentro con lo sciabordio di una corrente tiepida.
Io e Ataru restiamo cristallizzati nel tempo di un gesto antico.
C'erano una volta.
Due sfigati.
Uno con gli occhiali.
L'altra con la faccia bloccata da una paresi. Fingevo sorrisi, per coprire la luce umida nello sguardo.
In mezzo c'era un muro che limitava i nostri contatti.
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