martedì 9 febbraio 2016

Farse e riprese

Torna in te Elena!
Su, muoviti... no, adesso, non esagerare!
A bruciapelo, carico verso Giovanni. Gli prendo il borsello, rovisto tra le cose e lo trovo.
Il tesserino. Glielo lancio, lui lo prende al volo.
"Bella farsa davvero. E tutto per non farmi sentire una di quelle cose che schiacci."
Infilo il giubbotto, la rabbia in corpo, l'attenzione all'uscio.
Voglio scappare. Di nuovo. O forse no.



Mi fermo davanti alla porta. Non riesco a piangere. Non riesco a parlare. Sento solo un bruciore ovunque. Un desiderio di rivalsa.
"Non volevo prenderti..."
Giovanni sospende il discorso come se non avesse più fiato e parole.
Scrollo le spalle.
"Hai ottenuto l'effetto opposto. Mi hai fatto ricordare che sono una fallita. Che alla mia età non ho niente. Mentre voi avete colto le vostre rose. Con le spine ma le avete colte e ora le potete odorare a occhi chiusi."
"Se solo..."
"Non parlare, Lubiana. Non cominciare con i tuoi discorsi da film americano. L'American Dream non è per me."
Mi volto e guardo Giovanni,
"Non rinunciare all'iscrizione all'ordine per me." vado verso la borsa che ho lasciato sul divano e la metto a tracolla "Ho deciso che partirò per Londra."
"E poi?"
"Ricomincerò da lì."
Giovanni mi si avvicina.
"Perché non ricominci a Milano... con me?"
"No, mollo tutto. Mollo il marketing. Farò la cameriera via di qua. O qualche lavoretto al volo. Almeno l'inglese lo parlo molto bene."
"Hai detto la stessa cosa con il ballo"  Lubiana interviene, agitata "Forse prima di fare un'azione avventata dovresti mettere a fuoco i tuoi obiettivi."
"Hai una bella cameretta da letto" commento alzando lo sguardo verso il piano sopraelevato "E hai una casa meravigliosa."
"Ottenuta con fatica. E tra mille fallimenti."
Lubiana lo sottolinea, io le sorrido, provocatoria, dirigendomi verso l'uscio.
"Fra mezzora aprirà la Metro."
Accelero il gesto e i passi, esco dall'abitato e mi incammino verso la stazione. Porta Genova, linea verde, un manipolo di persone.
La notte è volata e il cellulare squilla. Di certo è Lubiana. Oppure Giovanni. Mi vogliono convincere a tornare, a fare colazione con loro.
Non ho voglia di rispondere ma poi la mia educazione ha la meglio. E il caso che mi riporta a lui.
Sono le 5.30. E lui mi sta chiamando.
Lui.
L'American Dream fatto stronzo.

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