La pancia mi fa male. La massaggio con movimenti circolari che seguono il ritmo dei miei pensieri. La metro sfreccia sul binario cullandomi con il rumore monotono della velocità. Appoggio la testa al vetro dove scorgo il mio volto. Dal buio della galleria affioriamo alla luce della fermata S. Ambrogio. Ho il tempo di una fermata per farmi passare il dolore e alzarmi per prendere la rossa. Direzione Sesto Primo... e qualcosa. San Babila non è così lontana.
Nella ripartenza, io resto a ciondolare con il telefono in mano.
Davanti a me una donna con i capelli ossigenati e gli occhi cerulei osserva il vuoto. Sul sedile posto accanto al mio, trovo un giornale aperto a metà. Una foto di Lubiana calamita la mia attenzione, ma ancora di più il titolo posto tra virgolette.
"Venduta per il successo."
Ecco cosa volevo chiedere a Max.
Infilo il giornale nella borsa sporca, con un gesto furtivo. Mi alzo lentamente mentre il convoglio inizia a rallentare la corsa. Io procedo verso la porta, risoluta, il dolore ormai lontano. Avanzo, mi ritiro come un gambero, avanzo, ritorno indietro, barcollo nel momento del blocco. Le porte si aprono, due ragazzi entrano, io esito, ma proprio quando stanno per chiudersi, spicco il salto. Nel mentre, faccio partire la chiamata.
Max mi risponde con torno sorpreso.
"Elena? Hai cambiato idea?"
Incespico nel parlato come quando, bambina mi bloccavo durante le interrogazioni. Sì, no, sì... cioé... dai che ce la fai tesoro.
"Volevo chiederti alcune cose. Per questo ho deciso di accettare di venire a fare colazione. Sono a Cadorna, sto per prendere la rossa."
Una risata mi coglie inaspettata, Max si scusa e mi rivela di essere su quel treno, diretto verso Cologno Monzese. Ho di nuovo mal di pancia e capisco che cos'era. L'agitazione per la sua presenza.
"Aspetto il prossimo e poi ci troviamo a Cologno."
La sua conferma è suadente. Formula un saluto carico di aspettative, in un tono che non gli mai sentito.
E' in arrivo il treno per Cascina Gobba, annuncia la voce di metallo.
Lo prendo e consumo il mio tempo su quell'articolo. Sarà anche gossip ma Lubiana non mi ha raccontato alcune cose che mi saprà dire Max.
Il successo ha sempre le sue ragioni.
Lo sfoglio anche nel tragitto che mi porta a Cologno, leggo e rileggo l'intervista ad Alina Stuart, la showgirl italo-americana scalzata da Lubiana. Mi chiedo se non si tratta della solita rivalità montata dai media per fare rumore. Eppure la Stuart era considerata la migliore. Tecnicamente era la migliore. Formatasi alla Tisch School, poliglotta, attrice eccezionale, cantante ancora migliore. Ma il ballo era il suo amore.
Eppure era bastata l'oriunda slovena a scalzarla.
Una lampadina si accende, il treno si ferma a destinazione. Scendo e davanti a me, c'è lui.
E mi sembra meno "onzo" del solito.
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