La cameriera con il grembiulino giallo-chiazzato arriva con le due tazze e le paste. Ce le porge in silenzio, l'espressione accigliata, i movimenti goffi di chi non si sente a suo agio.
Dopo averci serviti, la donna ritira il vassoio e si allontana, scartandoci.
Faccio per prendere la bustina dello zucchero, quando Massimo blocca le mie intenzioni.
"Ti consiglio il miele. Ho letto da qualche parte che lo zucchero di canna viene lavorato in un modo che lo allontana dalla natura."
Io alzo una spalla.
"Ormai siamo lontani dalla natura, da qualsiasi prospettiva la vogliamo vedere."
"Visione interessante."
Opto per il miele. Il liquido ambrato si riversa nel cappuccino, rompendo la linea del cuore tracciata con il cacao dal barman . Con il cucchiaino infrango la barriera spumosa che assaporo con la curiosità di una bambina a caccia di nuovi gusti.
Massimo prende un tovagliolo e me lo posa sul prolabio passandomi il testimone.
"Allora, che cosa mi dovevi chiedere? Perché c'è qualcosa che ti rode, si vede lontano un'era spaziale."
Mi affretto a ritirare il pezzo di carta dietro cui vorrei pararmi. Frugo nella borsa da cui estraggo la rivista del Gossip, aperta sull'intervista alla nemica numero 1 di Lubi.
Massimo abbozza un sorriso furbetto come l'espressione con cui mi sta facendo almeno sette lastre a raggi X, Y e Z.
"Ok, ho già capito. Vuoi sapere tutto di Lubiana."
"Sì, cioè, no, cioè... voglio sapere se Lubiana ha fatto quello che la tizia afferma."
Massimo mangia la sua brioche leggendo il brano e continuando ad annuire con la testa. Terminato l'ultimo boccone, mi scruta, tra il nuvoloso e il tempestoso. Si lascia andare contro lo schienale, assumendo la posa di un filosofo cogitante. Alla fine interrompe la tensione con un tono che non gli ho mai sentito. Pacato, conciliante. Umano.
"Monique ha colto l'occasione per vendicarsi. Ma quello che dici non è falso."
"Che vuoi dire?"
Massimo ripiega la bustina su se stessa, riducendola a una minuscola pallina trattenuta tra il pollice e l'indice.
"Voglio dire che tra lei e la tua amica, ho scelto la tua amica. Ma non fraintendermi. Lubiana ha tutte le carte in regola per questo mondo di falsi patentati."
"Ma?"
All'esterno, la pioggia e il vento creano un contrappunto musicale in bilico tra battito di cuore e il soffio di un'Erinni infuriata.
Massimo allunga la mano verso di me. Penso che voglia toccarmi il seno, ma il braccio si sposta in alto. Mi sfiora uno zigomo, modulando il movimento con quello delle labbra.
"Il tuo candore mi disarma. Mi fa paura. E io sono uno che non ha paura di nulla. Tu, Elena, riesci a intimorirmi."
"Non sono una pura." ribatto, incerta "La Monaca stava qua vicino ma è lontana da me."
Porta di nuovo la mano sul tavolo.
"Se fossi una monaca, mi preoccuperei" dice sarcastico "La purezza cui mi riferisco, viene dal cuore."
"Ed è la ragione per cui sono una fallita."
Afferro la tazza e tracanno il cappuccino. Massimo sembra fremere per dirmi qualcosa. Sento il tacco di un mocassino battere sul pavimento. E io sto sfrigolando perché sta per arrivare quel momento. Il momento in cui saprò che cosa ha fatto Lubiana.
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