"Da che punto guardi il mondo tutto dipende." Cito una canzone di Jarabe De Palo che sintetizza perfettamente il contenuto dell'articolo. La voce narrante, il punto di vista, l'angolazione da cui sono osservati gli eventi diventano strumenti di narrazione mutevoli in quanto sono inevitabilmente filtrati da chi li vede (e narra). Il racconto di una stessa serie di eventi realizzato in prima persona da una ragazzina di 12 anni, non potrà mai essere uguale a quello di un operaio quarantenne o di una parrucchiera trentenne; né sarà uguale a quello realizzato da una voce narrante in terza persona che è a conoscenza di tutto. Vediamo qualche esempio.
Immaginiamo una situazione molto semplice. Anna, una ragazza di sedici anni, si china su una rosa, forse con l'intenzione di raccoglierla, e si sofferma su alcuni pensieri. L'arrivo della nonna la scuote: infuriata, le ricorda che è vietato toccare i fiori.
Narriamo la vicenda adottando PDV (o POV - Point of View) differenti.
Terza persona onnisciente
La rosa era sbocciata da un paio di giorni. Anna si chinò per osservare la pienezza della corolla. Petali gialli da cui promanava un profumo delicato. La ragazza tese la mano verso il gambo. Lasciò scivolare l'indice lungo lo stelo, superando gli ostacoli delle spine. Si fermò all'altezza di due foglie che scosse provocando la caduta di alcune gocce di rugiada.
Anna continuava ad accarezzare il gambo, pensando alla fiaba che mamma le raccontava prima di andare a dormire. Adorava Rosaspina e lo spineto che cresceva per proteggere il suo sonno.
A un tratto, sentì dei passi.
"Che stai facendo?"
La voce della nonna scosse la ragazzina che si alzò, tremando. Sapeva che non avrebbe dovuto nemmeno pensare di raccogliere il fiore. Nonna glielo aveva proibito.
"Ecco... io... la stavo soltanto guardando."
Si voltò. La nonna era davanti a lei, con i pugni alzati e il viso increspato dall'irritazione. Fremeva, trattenendo la rabbia che le ribolliva dentro.
"Ti ho detto tante volte di non avvicinarti alle mie rose."
Le rose. Tutti lo sapevano: erano intoccabili!
Il narratore è a conoscenza di tutto, anche dei pensieri dei personaggi. Si tratta di un narratore molto utilizzato nella narrativa del passato.
Terza persona oggettiva
La rosa era sbocciata da un paio di giorni. Anna si chinò e osservò la corolla. Petali gialli da cui promanava un profumo delicato. La ragazza tese la mano verso il gambo. Lasciò scivolare l'indice lungo lo stelo, superando gli ostacoli delle spine. Si fermò all'altezza di due foglie che scosse provocando la caduta di alcune gocce di rugiada.
Non si accorse della donna che la osservava da dietro un pero.
"Che stai facendo?"
Anna si alzò di scatto.
"Mi dispiace, nonna."
Si voltò. La nonna era davanti a lei, con i pugni alzati.
Berciò: "Ti ho detto tante volte di non avvicinarti alle mie rose."
In questo esempio la voce narrante si limita a riferire quello che accade, senza entrare nella testa dei personaggi.
Terza persona con PDV Singolo
La rosa era sbocciata. Anna la osservava, incantata. Ne accarezzò il gambo, stando attenta a non pungersi con le spine. Sapeva che stava facendo qualcosa di proibito, ma non aveva resistito alla tentazione di toccarla. Quella rosa, ma soprattutto le spine, le ricordarono la sua fiaba preferita: Rosaspina. La mamma gliela raccontava sempre quando era bambina e ogni volta era come sentire una storia nuova.
"Si può sapere che cosa stai facendo con le mie rose?"
La voce di nonna, alle sue spalle, interruppe il flusso dei pensieri. Anna si scosse. Si alzò in piedi e si volse verso la donna, visibilmente arrabbiata.
La terza persona con punto di vista singolo si adotta quando il protagonista non ha le qualità espressive adeguate alla narrazione in prima persona. Es. - La ragazzina ha determinate problematiche psichiche etc.
Terza persona con PDV Multiplo
La rosa era sbocciata da un paio di giorni. Anna si chinò per osservare la corolla. Tese la mano verso il gambo. Lasciò scivolare l'indice lungo lo stelo, superando gli ostacoli delle spine. Si fermò all'altezza di due foglie che scosse provocando la caduta di alcune gocce di rugiada.
La donna si allarmò. Nessuno doveva toccare le sue rose, così si affrettò verso la ragazzina.
Apostrofò Anna duramente: "Che stai facendo?"
La nipote si ritrasse. Si sentì piccola piccola, mentre la nonna sembrava una gigantessa infuriata.
La incalzò ancora, con il suo tono arrogante: "Allora? Aspetto una spiegazione!"
"Ecco... io... la stavo soltanto guardando." La donna ne era certa: Anna voleva cogliere la sua rosa. E per questo l'avrebbe punita.
I punti di vista multipli vanno gestiti molto bene. I personaggi devono essere ben delineati in modo che il lettore capisca che il punto di vista appartiene ora a uno ora all'altro.
Prima persona semplice
La rosa è sbocciata da poco. Credo due giorni. O forse meno. Mi chino e tocco il gambo. Se mia nonna mi vede, mi ammazza. Vietato toccare i suoi fiori, ma questa rosa è così bella che non riesco a resistere. Accarezzo il reggicorolla, stando attenta a non pungermi con le spine. Sembrano tanti aghi e mi fanno venire in mente la fiaba di Rosaspina. Mamma me la raccontava ogni sera, quando ero una cinna. La ascoltavo e andavo in brodo di giuggiole. E poi, che figata il muro di spine e tutti quei principi che ci crepavano in mezzo. Poi è arrivato quello che salvava la situazione. Super Man di allora... forse era il Medioevo.
"Si può sapere che stai facendo?"
Mi sento gelare. Mi ha beccata. E ora sono cazzi. Le sue rose sono proibite da toccare!
La voce e il punto di vista sono quelli dell'adolescente che è anche la protagonista della situazione. La voce della ragazza emerge, denotandone la personalità attraverso un linguaggio "disinvolto".
Prima persona con PDV multiplo
La rosa è sbocciata da poco. Credo due giorni. O forse meno. Mi chino e tocco il gambo. Se mia nonna mi vede, mi ammazza. Vietato toccare i suoi fiori, ma questa rosa è così bella che non riesco a resistere. Accarezzo il reggicorolla, stando attenta a non pungermi con le spine. Sembrano tanti aghi e mi fanno venire in mente la fiaba di Rosaspina. Mamma me la raccontava ogni sera, quando ero una cinna. La ascoltavo e andavo in brodo di giuggiole. E poi, che figata il muro di spine e tutti quei principi che ci crepavano in mezzo. Poi è arrivato quello che salvava la situazione. Super Man di allora... forse era il Medioevo.
Ecco Anna! Ma che fa? Gliel'ho detto tante volte. Non toccare le mie rose. Ma anche se ha già sedici anni, Anna resta una bambina capricciosa e viziata. La vedo china con la mano sul gambo. Ho paura che si punga, ma poi mi convinco che non è così sciocca. Tocca la mia rosa gialla con delicatezza, come se fosse di cristallo. So che rispetta i fiori. Ma il fatto che mi disobbedisca è grave.
Così mi avvicino.
"Si può sapere che stai facendo?" le chiedo, esagerando la mia rabbia.
Vedo che si blocca. Forse ho alzato troppo la voce. O forse... è ora di dare una lezione a questa ragazzina.
In questo caso la vicenda è narrata da due punti di vista differenti.
Oltre a quella della nipote, sentiamo la voce della nonna e capiamo qualcosa del personaggio.
Il PDV multiplo va gestito bene per evitare ridondanze e ripetizioni di eventi che non siano utili alla vicenda. Si consiglia l'alternanza di due, massimo tre voci.
Prima persona periferica
Osservai la ragazzina chinarsi sulla rosa gialla. Indossava un paio di All Star con i cordoni slacciati, i jeans strappati alle ginocchia e la felpa con la scritta Levis al centro. Mi spostai leggermente per non farmi vedere.
La ragazzina osservava il fiore e accarezzava lo stelo delicatamente. Sembrava pensierosa, come immersa in un mare di sogni.
A un tratto vidi una donna alle sue spalle. Teneva i pugni sollevati e aveva nello sguardo un moto di rabbia sospeso.
"Si può sapere che stai facendo?"
Trasalì nell'udire quella voce da Furia. In fondo che cosa stava facendo di male?
Il Narratore è un personaggio secondario che non conosce a fondo la situazione; qui viene vista con gli occhi di un estraneo che capta l'evento e lo rielabora attraverso il filtro dei suoi pensieri.
Prima persona inattendibile (in certi generi)
Osservai la ragazzina chinarsi sulla rosa gialla. Indossava le sue solite All Star con i cordoni slacciati, i jeans strappati alle ginocchia e la felpa con la scritta Levis al centro. Mi spostai leggermente per non farmi vedere.
La ragazzina osservava il fiore e accarezzava lo stelo delicatamente. Sembrava pensierosa, come immersa in un mare di sogni.
A un tratto, una donna le si avvicinò. Teneva in mano un paio di forbici.
La ragazzina si voltò. Spalancò gli occhi.Gridò:"Nonna!"
La donna sollevò le forbici.
"Prendi il fazzoletto."
Il narratore non è credibile. Ha visto le forbici per davvero? Di solito viene usato nelle storie di suspence e crea l'effetto sorpresa sul lettore.
NB: Non confondiamo mai il narratore con l'autore, anche se in alcuni casi le due figure potrebbero apparentemente coincidere.
FOTO (CIT.)
Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/Peggy_Marco-1553824/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1026423">Peggy und Marco Lachmann-Anke</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1026423">Pixabay</a>
Nessun commento:
Posta un commento