lunedì 25 maggio 2020

RECENSIONE - "L'inferno di Marlene" di Andrea Garbin, una summa di drammaturgia novecentesca

"L'inferno di Marlene" di
Andrea Garbin
Una drammaturgia dei contrasti, che stride ma mai arranca, nella consapevolezza della costruzione di un mondo fatto di un caos maledettamente ordinato. "L'inferno di Marlene" (Gilgamesh Edizioni) è un testo d'arte. L'autore, Andrea Garbin, una formazione poetica che attinge allo strapotere della parola, satura l'azione che si fa voce e silenzio, sintetizzando in un testo composto da cinque scene tutta l'esperienza del teatro novecentesco. Ecco la recensione.

Un testo che accorpa
le esperienze drammaturgiche
del Novecento
dello scorso secolo
Nero-vestita e genuflessa, Marlene è una vedova affranta dalla morte del marito Baldo. Il suo lutto si tinge di elementi contrastanti, nell'irrompere di personaggi e situazioni che colorano l'assurdo che è l'essenza della vita. Nelle indicazioni sceniche precise, nate mai per caso ma che dal caos esistenziale attingono a piene mani, troviamo la chiave della drammaturgia del testo che si apre a molteplici soluzioni.

Non si può incasellare l'opera di Andrea Garbin in una categoria; se lo facessi, rischierei un'implosione di sensi e significati. Di certo, "L'inferno di Marlene" è un testo epigone che sintetizza tutte le esperienze novecentesche in maniera emblematica. Troviamo teatro dada ed esistenzialismo, teatro dell'assurdo e della crudeltà. Il senso del tragico si fonde a un umorismo che svela l'ipocrisia di una borghesia che già Ibsen, ad esempio, aveva mostrato nelle vicende delle sue protagoniste-sconfitte. In Garbin tale svelamento si estende a una modalità dell'essere umano.

I personaggi perdono ogni connotazione sociale; si intuisce qualcosa nello status della vedovanza, nelle supposizioni azzardate da Merinda e Gianpieraldo in merito alla morte di Baldo, ma percepiamo la tensione all'universalità. I personaggi non hanno un'identità e un carattere specifici, a parte un nome che li fa andare oltre il ruolo: si adeguano agli accadimenti, in un processo mimetico continuo.

A parte il riferimento alla stazione ferroviaria, un no(w)where che potrebbe essere ovunque e da nessuna parte, non abbiamo specifiche di ambientazione. Il tempo ci ricorda quello di "Aspettando Godot", con l'impressione che i personaggi stiano effettivamente aspettando qualcosa o qualcuno. Garbin ci lascia in sospensione di cronologia, in netto contrasto con quella lineare e frenetica dei tempi del consumo. Sulle coordinate della Storia ci troviamo in bilico, in accordo a quella che è la condizione umana rappresentata nella sua essenza universale. E universali sono i temi.

Amore, religione, morte: i grandi misteri della vita. Tante domande, poche risposte formulate attraverso la forma poetica che lascia aperta a molteplici percezioni. C'è tanto sentire nelle rare certezze poste e poi scardinate. "L'amore è una farfalla che ti scivola tra le cosce come un brodo di vocali e di rose", dice Marlene. Tutto si raggruma nel senso che non si lascia catturare. Ci si chiede se l'amore sia dopo la morte. Ci si chiede anche se l'amore esista davvero. Tutto è mistero inteso nel senso sacro del termine. Anche la morte di Baldo è un mistero. Morte che è resurrezione e poi morte, in un eterno ritorno di cicli vitali.   

Il sacro torna alle sue origini, alla "fica" che ci riporta alla Dea Madre. La religione che nei secoli ha messo il corpo da parte, torna al corpo, alla donna. E il cerchio di chiude. Per poi aprirsi di nuovo.

Per concludere
"L'inferno di Marlene" è una summa delle esperienze della drammaturgia del teatro novecentesco di cui respiriamo le atmosfere e i grandi temi. Non siamo ancora nel cuore delle più recenti esperienze drammaturgiche, spesso incentrate sulla poetica di smantellamento del testo e del corpo attoriale. Con il testo di Garbin facciamo un piccolo passo indietro (per andare avanti, poi). La saturazione dell'azione e dell'intreccio apre allo scenario della drammaturgia teatrale d'arte, personale, nell'autore che si fa regista (vedi le indicazioni sceniche) sulla carta. Un ciclo chiuso che apre ad altro, nel tragico del quotidiano che ci consuma e al contempo ci fa ridere dell'assurdo che non sa spiegarsi. Forse l'inferno non è così tragico come ce lo dipingono. Come il sacro, del resto.  

L'autore: Andrea Garbin
Classe 1976, inizia a scrivere racconti e le prime poesie all’inizio degli anni Novanta. Tra il 2007 e 2008 partecipa agli incontri di lettura e scrittura di Mantova, tra i cui curatori ci sono Davide Bregola, Sergio Rotino, Giorgio Vasta e Giulio Milani. Alla fine del ciclo di incontri, nel 2008, viene pubblicata l’antologia di racconti Per natale non esco, che contiene il suo racconto "Un pacco di Natale". Con la creazione degli Incontri di poesia dal Sottosuolo e dei Contrasti Letterari, si susseguono serate che hanno visto anche l’intervento di numerosi autori di livello internazionale tra cui Elisa Biagini, Aleksandra Gennadievna Petrova, Jack Hirschman, Paul Polansky, Alberto Mori, Dave Lordan, Ferruccio Brugnaro, Antonieta Villamil, Mark Lipman, Agneta Falk, Sandro Sardella, Gianluca Paciucci, Neeli Cherkovski, Naim Araidi, Milo De Angelis, Nenad Glišić, Ivana Maksić, Sarah Menefee, Beppe Costa. La maggior parte di questi incontri si è svolta presso il Caffè Galetér di Montichiari (BS), dove è nato il Movimento dal sottosuolo. Nel 2009 partecipa a Sconfinatementi, gemellaggio culturale tra il Caffè Letterario Primo Piano di Brescia e lo Studentski Kulturni centar di Kragujevac in Serbia. Nel 2010 inizia la collaborazione con Thauma Edizioni, di Serse Cardellini. Con Fabio Barcellandi è curatore, per la regione Lombardia, della Collana poetica itinerante, esperienza che si chiude nel 2014. Nel 2011 partecipa al “Irish Poethree Tour” con Luca Artioli e Fabio Barcellandi[1]. Dal 2014, per Gilgamesh Edizioni, è direttore della collana di poesia contemporanea Le zanzare. Nel 2016, con alcuni membro del Movimento dal sottosuolo, si reca in Albania per una serie di incontri presso le Università e le radio.

Scheda del libro
L'inferno di Marlene
di Andrea Garbin
Genere: Teatro
Casa editrice: Gilgamesh edizioni
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