La trama: "Eva Luna"
Eva Luna, figlia di diseredati, si trova fin dalla più tenera età in balia delle onde del destino. Da serva in diverse case più o meno signorili, protagonista di una "piccola-grande vita" celata nell'anonimato di un'umanità oppressa dalla dittatura, incantata prima dai racconti della madre, poi da un quadro che scatena la sua fantasia, vivrà una serie di rocambolesche vicende, in linea con i sommovimenti sociali e politici che scandiscono cambiamenti e restaurazioni, insieme all'illusione e al desiderio di libertà. Ma è proprio il destino, bizzoso e bizzarro, che la porterà sulla strada della sua vocazione, quel raccontare storie che in un certo senso sembra proteggerla dagli attacchi della vita. La fantasia come rifugio ma anche come capacità di plasmare la realtà. Alle sue vicende si intrecciano quelle del guerrigliero Huberto Naranjo, del fotoreporter Rolf Carlé, del turco Riad Hilabi, tra i padroni della giovane, e la di lui moglie Zulema. E altri personaggi, politici e non, ricchi e poveri, ciascuno con un ruolo che risente degli influssi della Storia.
La recensione
"La realtà è un guazzabuglio, non è possibile soppesarla o decifrarla, perché tutto accade contemporaneamente (...)Io tento di farmi strada nel labirinto, di mettere un po' di ordine tra tanto caos, di rendere l'esistenza più tollerabile. Quando scrivo racconto la vita così come a me piacerebbe che fosse."
Credo che questa sia la citazione che meglio descrive Eva Luna. Le sue doti di storyteller, ai tempi in cui il concetto di Storytelling non era stato formalizzato, sono il perno attorno al quale verte la vicenda che lei racconta in Prima persona. Una scelta quasi obbligata, visto la vocazione del personaggio, capace di plasmare ogni situazione, anche la più tragica, a vantaggio della stessa Eva Luna. E il fatto che il destino la conduca sulla strada che le è congeniale, complici anche eventi e personaggi agevolanti, apre spiragli di speranza mai disgiunti agli obblighi imposti dalle necessità sociali e politiche.
Il romanzo di Allende presenta altri personaggi altrettanto particolari: da Consuelo a Huberto, passando per Riad e Zulema, si arriva a Rolf e a Mimì, quest'ultima transessuale che anticipa tematiche tanto attuali quanto scottanti, che ci riportano al tema dei diritti. Ogni personaggio viene colto nelle sue peculiarità, complice il filtro della narrazione di Eva, capace di rendere tutto in una chiave magica.
I temi sono molteplici, a partire da quello della libertà, complice il contesto storico di cui vengono riportati eventi non precisati con puntiglio cronologico, ma di cui comprendiamo le dinamiche più profonde e disarmanti. La Storia individuale di Eva si intreccia alla generale, ponendosi in bilico tra libertà e prigionia; il tutto tenendo conto che, per arrivare alla prima, ci sono sempre dei compromessi cui occorre piegarsi. Ed Eva lo sperimenterà sulla propria pelle.
Uno dei personaggi più interessanti, è Mimì, al secolo Melecio, transessuale, "una donna nata nel corpo di un uomo". Dopo diverse sofferenze e travagli che comprendono anche un arresto, a seguito di una rivolta, Mimì si afferma come attrice, la cui bellezza lascia tutti senza fiato. E quando ha la possibilità di sottoporsi all'intervento finale, lei rinuncia per paura, decisione accolta con sollievo da Eva, la quale afferma: "Avevo sempre pensato con angoscia a quell'operazione il cui risultato finale può essere solo una beffarda imitazione imitazione della natura...". Un'affermazione che oggi potrebbe scatenare polemiche... non siamo qui per le polemiche, ma per la recensione di un libro dove Mimì afferma che (il suo uomo): "Mi ama così come sono." Segno che la natura lascia impronte enormi; natura di cui avvertiamo il palpito potente, tra un puma imbalsamato che incombe come una minaccia e la natura lussureggiante. Una natura che, alla fine, sembra affermare la forza delle proprie leggi, a prescindere dalle umane illusioni.
Abbiamo anche l'amore. Il sentimento che infiamma Eva, presa nella rete di prime esperienze palpitanti, fantasie erotiche e realizzazioni in cui la femminilità ora si esprime ora si chiude. Un amore che la rende donna consapevole del proprio piacere; un altro amore, non sempre sessualmente soddisfacente, forse perché troppo mentale; e, ancora, fugaci passioni che non restano ma scandiscono i tempi della crescita.
Il corpo è un altro elemento fondamentale, parte della sensualità magica, di un erotismo che pervade l'intreccio, tra momenti licenziosi, carezze e baci palpitanti, tabù e giochi che si esplicano. La sessualità, in questa dittatura, sembra aprire spiragli di libertà, non espliciti, ma tra le lenzuola. Accade a Rolf, con le schermaglie erotiche con le cugine, un triangolo amoroso che non ha alcuna connotazione torbida ma si tinge della spensierata curiosità della gioventù. Ossimori, contraddizioni, o empiti umani che trovano una loro manifestazione, malgrado la repressione? Le domande restano aperte.
Su tutto, lo stile di Isabel Allende, in linea con la "novisma literatura": semplice, chiaro, in cui anche i non detti o le omissioni vengono captate e comprese in modo lampante dai lettori, complice il background giornalistico dell'autrice che ha chiaramente influenzato la sua narrativa, senza però farla scadere nel didascalico. Non solo realismo: la penna districa nodi con un certo, lieve disincanto, sollevando una tenera patina magica, alla maniera di Gabriel Garcìa Márquez. La sensualità che connota la Allende non indugia nella morbosità, è calore erotico e fantasioso che è altra nota portante della sua scrittura.
Per concludere
"Eva Luna" è il racconto di una donna che ha un qualcosa di magico, in un paese piegato alla dittatura e a dinamiche spesso crudeli e farraginose. Ma la fantasia, la capacità di raccontare, diventano la nota distintiva, il colore che fa spiccare le persone speciali. Un romanzo attuale per le tematiche, dalla dittatura all'identità sessuale, passando per la transessualità, la libertà e l'amore. Un libro che si lascia rileggere.
L'autrice: Isabel Allende
Scrittrice e giornalista cilena, dopo aver terminato gli studi a Santiago del Cile, lavora dapprima per la FAO, quindi si dedica a un giornalismo impegnato, scrivendo anche per il cinema e la televisione. Nipote di Salvador Allende, vive in esilio dal 1973, anno del golpe organizzato dal generale Augusto Pinochet Ugarte, al 1988, anno della caduta di Pinochet.
In esilio scrive il primo romanzo, "La casa degli spiriti" (1982; ebbe una trasposizione cinematografica nel 1993).
Tra le prime scrittrici latinoamericane a raggiungere fama mondiale, continua la sua esplorazione del tema politico e di quello personale nei due romanzi successivi – "D'amore e ombra" (1984) ed "Eva Luna" (1987) – e nella raccolta di novelle "Eva Luna racconta" (1992). Del 1992 è anche il romanzo "Il piano infinito". Nel 1995 pubblica "Paula". Tra gli altri romanzi ricordiamo "Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci" (1997), "La figlia della fortuna" (1999), "Ritratto in seppia" (2001), "Il mio paese inventato" (2002), "La città delle bestie" (2003), "Il regno del drago d'oro" (2003), "La foresta dei pigmei" (2004). "Zorro. L'inizio della leggenda" (2005), "Inés dell'anima mia" (2006), "La somma dei giorni" (2008), "L'isola sotto il mare" (2009), "Il quaderno di Maya" (2011), "Il gioco di Ripper" (2013), "L'amante giapponese" (2016), "Per Paula. Lettere dal mondo" (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di "Paula", "La vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata" (2001), "Amore" (2013), una miscellanea delle più belle pagine della scrittrice sull'amore, il sesso, i sentimenti.
Altri titoli: "Oltre l'inverno" (Feltrinelli 2017), "Lungo petalo di mare" (Feltrinelli 2019) che racconta la storia del Winnipeg - una nave che ha portato in Cile 2.200 rifugiati spagnoli che fuggivano dalle rappresaglie franchiste - e "Donne dell'anima mia" (Feltrinelli 2020).
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