Un romanzo che apre alla riflessione sulla forza del pensiero che non si uniforma e che per questa ragione, rischia di spezzarsi.
"Sine titulo": la trama
Il 16 Marzo 1244, tra le fiamme di un enorme rogo allestito ai piedi della Rocca di Montsegur, periscono le anime più eccellenti del catarismo occitano, per volontà del papato e della Santa Inquisizione, nonché ad opera dell’esercito capitanato dal Siniscalco di Carcassona. Tutte tranne una. Esclarmonde de Perella. Sotto falso nome, nei panni di un’altra donna, sacrificatasi per consentirne la fuga, Esclarmonde de Perella porta con con sé il vero tesoro dei catari sulle sponde del Lago di Garda, ove la chiesa alla quale appartiene è in quel tempo ancora solida. L’esistenza terrena è come una rosa: colorata, profumata ed attraente, ma sorretta da uno stelo irto e pungente. Per i catari, tutto ciò che appartiene al mondo materiale è opera del malvagio, il quale, come la rosa, sa incantare e sedurre, ma anche lacerare e far soffrire con le sue spine. Le spine del male. Solo la purezza dell’amore incondizionato mantenuta intatta e la Conoscenza possono illuminare la via verso la definitiva uscita di tutte le anime dall’inferno. Sulle rive del Garda, guidata dal sommo teologo cataro Giovanni di Lugio, Esclarmonde comprende il segreto della propria anima ed il significato del suo nome, lo scopo terreno da perseguire, il motivo per cui la sua vita è stata preservata in seguito alla caduta di Montsegur. Al tempo stesso, è chiamata a confrontarsi con le stesse forze infernali che hanno portato allo sterminio della sua gente in Occitania, con il proprio lato d’ombra e con un amore platonico al quale, malgrado gli sforzi, non riesce a sottrarsi per cause determinate da un destino insondabile.
Recensione
Va in controtendenza questo romanzo, nel proliferare di protagoniste di romanzi che esprimono la loro fisicità (meglio, sessualità?), vista come apice della liberazione femminile. Esclarmonde de Perella è indubbiamente una figura singolare, cui l'autrice dedica un scavo tanto profondo quanto incisivo. Ispirata a Esclarmonde de Foix, figura-chiave dell'eresia catara, nel suo assumere le vesti di Colomba de Baume - riferimento a un aneddoto leggendario nato intorno alla grande Esclarmonde - diventa il perno intorno al quale si erige la storia.
Una protagonista che va in controtendenza, dicevo, ma non perché si tratti di una "principessa da salvare", anche se Esclarmone/Colomba è oggettivamente salvata da diversi personaggi maschili che si mobilitano a sua tutela. La donna spicca per la determinazione con cui affronta ogni situazione, anche le più ingiuste, facendo appello alla fede di cui cerca di non tradire i principi. Di certo, per le femministe odierne un romanzo di questo tipo sarebbe inconcepibile e sicuramente criticabile per la remissività dimostrata da Esclarmonde nei confronti del catarismo. Del movimento eretico si mettono in evidenza aspetti contemporanei, quali la presenza di figure femminili che hanno la possibilità di agire come gli uomini senza essere discriminate. La vera discriminazione parte dai persecutori, e non all'interno di coloro che la fede ufficiale considera eretici.
Il romanzo apre le porte a interessanti implicazioni del catarismo, superando il dato storico relegato in maniera risicata ai programma scolastici. L'autrice dà una bella interpretazione degli eventi, cercando di comprendere le motivazioni dei personaggi. A volte le narrazioni storiche diventano un po' programmatiche. Soprattutto all'inizio, l'autrice tende a utilizzare molti termini di paragone che appesantiscono il racconto. Dopo un inizio un po' incerto, avanzando nella lettura, si ha però l'impressione che il romanzo prenda quota, anche se è la componente introspettiva quella che sembra prevalere, rispetto all'action e all'intreccio.
La penna di Angelarosa Weiler è attenta a tracciare gli itinerari dell'anima e precisa nella contestualizzazione storico-geografica. Non edulcora i momenti crudi, tuttavia c'è sempre l'impressione che l'autrice avrebbe potuto giocare di più con i colpi di scena. La storia è comunque sviluppata con congruenza, portando alla luce i conflitti tra personaggi, in balia di scelte cui non possono che soggiacere.
Il romanzo apre a riflessioni che possono essere riferite anche al presente, ripercorrendo le persecuzioni che nei secoli sono state perpetrate a persone con idee e opinioni differenti dal mainstream. Persone che, per il loro non uniformarsi a un pensiero ufficiale, magari forti di un'effettiva istruzione "alternativa" e senza imporsi agli altri, hanno dovuto subire ostracismi o, peggio, stragi sistematiche. La Storia in tal senso, come questo romanzo dimostra, dovrebbe essere declinata al presente proponendo paradigmi che possano essere assunti affinché il ciclo non si ripeta. Di situazioni come quelle vissute dai catari ne potremmo avere forse ancora, se non impareremo a fare tesoro delle lezioni del passato. Il tutto per spezzare il cerchio che spesso sfocia in tragedie che il "Se avessimo fatto" non potrà mai riparare.
Per concludere
"Sine titulo" è un thriller storico in cui la Storia gioca il ruolo di socio di maggioranza. Da un incipit un po' troppo ricco di termini di paragone, si arriva a uno sviluppo in crescita nella lettura. Bello il disegno dei personaggi, singolare il personaggio di Esclarmonde. Tante riflessioni sui temi dell'esclusione e della persecuzione che attraversano la Storia trasversalmente e che sembrano non avere mai una reale risoluzione.
L'autrice: Angelarosa Weiler
Classe 1960. Ha lavorato come traduttrice, si occupa di recensioni letterarie, editing e presentazioni di manoscritti. Ha pubblicato il romanzo "Il Volo del Grifo" nel 2018. Con Tripla E ha pubblicato nel 2021 il romanzo "Black Wedding".
Scheda tecnica del libro
"Sine titulo"
di Angelarosa Weiler
Genere: romanzo storico
Data di pubblicazione: 24 Giugno 2021
Numero di pagine: 346
Formati: Ebook e cartaceo
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