Resto a guardare il paesaggio, sperando nella luce che cerca di farsi largo tra la cappa di nuvole e nebbia, non so in che ordine. Prima le nuvole o prima la nebbia? Forse sono incatenate in un loop da cui non si possono desumere le priorità; forse sono semplici prigioniere dello scorrere degli eventi, qualcosa cui niente o nessuno sfugge. Mentre penso a tutto questo, un fiocco cade sul mio palmo aperto. Una lieve frescura sul palmo che non mi scuote.
Un raggio di sole si fa strada e accende le cime di un pioppo lontano. Unisco le mani, mentre un sorriso mi sfiora.
Archivio il 2021, dove ho visto evidenze negate. Censure a testi, la paura per questo periodo - di cui non voglio parlare -, risate spente. Abbiamo perso l'ironia per paura di offendere qualcuno. Abbiamo perso le risate da cui nascono le fate, quel prendersi in giro che è più inclusivo di uno slogan retorico. Abbiamo chiuso libri e trovato post segnalati per messaggi decontestualizzati. Abbiamo trovato il tripudio del doppiopesismo, il silenzio obbligato per testi scomodi, per ironie che raccontano il mondo. La cultura della permalosità che uccide la creatività. Un pensiero unico che stende un velo omologante, grigio e tronfio.
Archivio il 2021.
Mi sposto dal davanzale, mentre il sole si spegne, fagocitato da una nuvola. Un refolo di aria fredda mi taglia il viso, io sbuffo. Mi rivolgo allo smartphone posato sul letto. Il display si accende e spegne, varie notifiche arrivano. Io mi guardo intorno. Davanti a me, il 2022, incerto ma voglioso di luce. Dietro, il passato con i suoi legami, i cavilli, le delusioni, ma anche la bellezza che si scopre soprattutto quando il mondo è difficile. Mi fermo ancora, poi prendo lo smartphone e lo spengo. Lo lascio cadere sul letto, su cui mi abbandono con le mani intrecciate dietro alla nuca. Non ho chiuso i vetri, l'aria di gennaio entra, noncurante dei caloriferi accesi.
Mi sposto dal davanzale, mentre il sole si spegne, fagocitato da una nuvola. Un refolo di aria fredda mi taglia il viso, io sbuffo. Mi rivolgo allo smartphone posato sul letto. Il display si accende e spegne, varie notifiche arrivano. Io mi guardo intorno. Davanti a me, il 2022, incerto ma voglioso di luce. Dietro, il passato con i suoi legami, i cavilli, le delusioni, ma anche la bellezza che si scopre soprattutto quando il mondo è difficile. Mi fermo ancora, poi prendo lo smartphone e lo spengo. Lo lascio cadere sul letto, su cui mi abbandono con le mani intrecciate dietro alla nuca. Non ho chiuso i vetri, l'aria di gennaio entra, noncurante dei caloriferi accesi.
Chiudo gli occhi. Nessuna notifica. Silenzio, dentro e fuori di me. Silenzio, c'è solo un po' di libertà. Ride senza temere le offese, perché è un ridere reciproco che sdogana tutto. Lo abbiamo dimenticato.
2022 è libertà.
Buon nuovo anno a voi.
PS: Per tutto l'anno libertà sarà la parola-chiave per la scrittura creativa, oltre che per il blog.
Foto: Pixabay
2022 è libertà.
Buon nuovo anno a voi.
PS: Per tutto l'anno libertà sarà la parola-chiave per la scrittura creativa, oltre che per il blog.
Foto: Pixabay
Io penso che oltre alla libertà certa gente ha perso la testa: le menzogne del governo Italiano, la vigliaccheria di medici e falsi giornalisti, la stupidità di moltissima gente che crede in una pandemia inesistente sta mandando il Paese in rovina.
RispondiEliminaE anche il resto del mondo non scherza.
Sembra che la libertà sia diventata un lusso.
Baci.
Solo la censura agli artisti non allineati lo dimostra, oltre ad altri atteggiamenti e comportamenti.
EliminaLibertà anche di esprimersi, di creare, di avere opinioni diverse. E dire... parliamone, ma senza bannarsi. Basta dire non sono d'accordo, ma ti rispetto. Non volevamo una società basata sul rispetto, sull'inclusione? Un abbraccio. R.
"Mi fermo ancora, poi prendo lo smartphone e lo spengo. Lo lascio cadere sul letto, su cui mi abbandono con le mani intrecciate dietro alla nuca."
RispondiElimina...con le mani accarezzo il pelo morbido della mia gattina guardandola nei suoi gesti.
Notte.��❣
Grazie, Rosaria!
EliminaBuona giornata!