"Miralda": la trama
Nei tre racconti brevi che compongono questo libro, le tre protagoniste sono tutte sulla soglia dell’adolescenza. Miralda si confronta con una identità in via di formazione. Il confronto avviene con le sue coetanee, e mediante l’esercizio di due forze vitali importanti: la spinta verso la libertà personale e quella per acquisire la consapevolezza della propria crescita. Alice è curiosa, sempre pronta a fare e a farsi domande. In un momento storico segnato dal Covid, inizia un percorso che la porterà dalla scoperta della pandemia a successivi cambiamenti, che le apriranno prospettive inaspettate. Noemi scopre il suo bisogno profondo di sentirsi in connessione con la natura, attraverso il rapporto intenso con Ombra, la sua silenziosa e vigile compagna a quattro zampe.
La recensione
Le trame dei tre racconti narrati non presentano peripezie eclatanti; inducono però il lettore a entrare in un mondo di simboli e di cadenze che ci portano fuori dai canoni. Via gli stereotipi, la ricerca è quella del linguaggio inclusivo, sulla scia di un trend generale dove la realtà detta ancora leggi crudeli. Per le tre giovanissime protagoniste - non a caso ragazze - là fuori c'è un mondo da conoscere per conoscere sé stesse.
Emancipazione, inclusione, rovesciamento degli stereotipi: nelle storie di Miralda, Alice e Noemi, ritroviamo qualcosa dei personaggi di fiabe famose, ma oserei dire che sono "eroine" moderne. Non esistono controparti maschili, in particolare principi da sognare. Qui è la ricerca della consapevolezza, muovendosi in dimensioni che rasentano il fiabesco. Non mancano citazioni di autori importanti, il pensiero che una Sirenetta potrebbe essere un Sirenetto, la curiosità di Alice in piena pandemia, dunque in un paese che non è esattamente delle meraviglie. E Iris e Nora, due ragazze recluse nel castello, evocanti "Raperonzolo", anche loro in cerca di una loro risposta all'emancipazione.
Dicevo che i racconti non presentano trame compiute, e forse questo può essere un limite per il lettore, abituato alle tappe del viaggio dell'eroe. Qui è tutto giocato su un piano introspettivo; l'autrice recupera il simbolo che va colto nella sua profondità e non solo come l'emoticon di un Social. Pone quesiti attuali, in un tempo che è il nostro ma che si riallaccia alle radici di una cultura da ripensare. E se fosse al femminile?
La penna dell'autrice scivola accurata e delicata ponendosi quesiti laddove occorre, senza imposizioni e indottrinamenti. Tra le sue parole ritroviamo le fila sparse di qualcosa che dobbiamo analizzare, trovare, andando oltre i nostri schemi. Tende al simbolismo, quindi il mio consiglio è di leggerla con attenzione e di andare oltre la storia; perché in quello che ci racconta Cristina Coari, non troviamo grandi avventure ma i frammenti di noi, del nostro mondo, di quello che non va e di quello che potrebbe essere aggiustato. Domande, sogno, forse l'azione, un giorno, per il cambiamento.
Per concludere
"Miralda" è una storia consigliata per il percorso di consapevolezza intrapreso, che ci riporta a esperienze introspettive letterarie più classiche. Non troviamo principesse in attesa del grande amore, ma giovanissime che si pongono quesiti, oltre i ruoli, gli stereotipi richiesti. Da leggere e rileggere se amate la letteratura al femminile, ma consigliata anche a chi vuole leggere figure femminili raccontare secondo chiavi di lettura alternative. Una lettura non per evadere (anche se la scrittura è piacevole) ma per viaggiare dentro di noi.
L'autrice: Cristina Coari
Cristina Coari, nata a Milano, si è trasferita a Firenze per frequentare la facoltà di Filosofia. Lavora come insegnante nella Scuola Primaria, ed è cofondatrice dell’Associazione L’Aleph, Libera Associazione Ludica Educativa Philosofica. Da vari anni partecipa al progetto laboratoriale di Philosophy for Children, “Impariamo a Pensare”, presente nelle scuole di Firenze attraverso la proposta formativa de “Le chiavi della città”.
La sua ricerca personale si muove intorno al valore della “capacità di domandare in un contesto comunitario”, vista come competenza critica necessaria per operare reali cambiamenti in se stessi e nel mondo.
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