No, non occorre amarsi per essere amati, dice qualcuno. Ma "Sull'amore" di Hermann Hesse lo dice chiaramente. "Felice è chi sa amare". La citazione appare in "Trappola d'ardesia", thriller che fa dell'amore uno dei perni intorno al quale vertono le azioni. "Amati" è una delle parole chiave di "Maneggiare con cura: Fragile", la performance curata da Rosaria Munafò, che il 18 novembre andrà in scena alla Casa delle Artiste, portando tante suggestioni.
"Amarsi per essere amati". Molti contestano questa espressione. Ma ci sono esperienze che lo comprovano. Quando elemosiniamo l'amore, attiriamo persone che non sanno dare amore, perché giocano sulla nostra debolezza. Più facilmente sono individui tossici. Di questa tossicità, "Trappola d'ardesia" è pregna, riportandoci anche al tema del narcisismo patologico che troviamo in "Abuso d'amore".
"Amati" è il primo passo per avere amore. Ma spesso è la cosa più difficile in una società che t'impone di seguire una determinata linea. Modelli, pensieri critici che affondano, a volte bavagli che ti impediscono di esprimerti davvero. Nella perfomance di Rosaria l'espressione diventa il fulcro di tutto. Potersi esprimere è indice di forza, è la possibilità che diamo a noi, uomini o donne, di comunicare, alimentando la fiducia in noi.
Il percorso è rappresentato da "Maneggiare con cura: Fragile": una presa di coscienza che richiede tempo e introspezione, coraggio e... sì, mi ripeto, amore. Un percorso che serve a debellare le ombre della sottomissione, per ritrovare la luce. Amarsi per essere più liberi. Per essere noi. Semplicemente.
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