Leopoldo Lenza lo abbiamo già conosciuto con il suo esordio: clicca qui. Per questo nuovo cimento, la parola d'ordine è "sperimentare": ecco "I racconti della luna" (Collana I libri di Leopoldo Lenza - Self).
Una raccolta che conferma la sua vocazione alla scrittura teatrale, intrecciata a quella lirica.
"I racconti della luna": il libro
Con questa raccolta, Leopoldo Lenza torna alla forma classica del racconto breve. “I racconti della luna” è una silloge che trova nella sua eterogeneità e nella pluralità di registri la propria cifra dominante. Nei racconti di Lenza, infatti, è possibile vivere storie avventurose, romantiche, filosofiche, erotiche, comiche e così via, spaziando tra dimensioni ed emozioni di grande varietà e intensità. La formazione del libro ha richiesto vari anni di lavoro. L'autore, infatti, ha recuperato dal cassetto i vecchi scritti, li ha rivisti con la sensibilità di oggi, e li ha ordinati in sezioni, accorgendosi che tutto sommato esisteva già un ordine naturale nei suoi scritti del passato. “I racconti della luna” è infatti diviso in varie sezioni tematiche: “racconti amorosi”, “racconti umoristici”, “racconti di frontiera e di poesia”, “racconti surreali e drammatici”, “racconti favolistici” e infine “racconti erotici”.
La recensione
Si rischia di venire travolti dalle parole, durante la lettura di questo libro. A Leopoldo Lenza le idee non mancano, e le vicende narrate mostrano come la sua verve creativa cerchi soluzioni anche originali. Ma soprattutto, l'autore esplora i generi, configurando scenari variegati, in bilico tra mondi molto diversi tra loro, e per questo interessanti. Storie per adulti si alternano a quelle più innocenti, ma sempre con il gusto per una narrazione che esplora varie dimensioni e temi.
Incipit fulminanti come: "Non vi è cosa più bella della felicità espressa a piccole dosi o che scorre nelle vene di giovani fanciulle in giro per una città"("La Comune") oppure "Ore otto di un mattino qualunque, sembra che il tempo si sia fermato" ("Il tempo si è fermato), preludono a narrazioni in cui si dispiegano diverse possibilità, ma accomunate dal gusto per il divertissement, per la citazione (nota costante della produzione di Lenza) tratta dai diversi ambiti artistici.
Ma è soprattutto la vocazione teatrale quella che si evince e che contraddistingue la costruzione delle narrazioni, con una modalità che ci riporta a prassi tradizionali e a una valorizzazione della parola, complici dialoghi sagaci. A volte, si ha l'impressione di un certo compiacimento che travolge il lettore, ma è l'esuberanza dell'autore, una sua nota distintiva (a proposito, ho parlato di stile, ecco l'articolo: La Penna Sognante: Questione di Stile: bilancio del Corso di Scrittura Creativa al Cassetto Culturale).
Dal punto di vista stilistico, troviamo come note distintive, il gusto per il gioco della parola, ma anche l'alternanza dei registri, dove la parte comica ha come contrapposizione un lato sentimentale che ci suggerisce l'animo del sognatore che vagheggia un grande amore; forse così grande da risultare impossibile (chissà?). Perché Leopoldo Lenza è un affabulatore, ma è anche un romantico che guarda a una dimensione fiabesca, a tratti, un po' utopica.
Per concludere
"I racconti della luna" sono un'esplorazione narrativa per Leopoldo Lenza, autore in bilico tra goliardia e romanticismo, legato a una narrazione tradizionale, ma densa di riferimenti culturali e artistici, nella ricchezza di una parola che rispecchia un'esuberanza artistica che non si frena. E noi non la freniamo, anzi, lasciamola fluire, irruente, sfaccettata e rutilante.
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