Oggi non parlerò di scrittura creativa, ma di un argomento affine, molto delicato: l'uso delle parole a scopo esclusivo, dove per esclusivo intendo qualcosa che porta a isolare, dunque a creare discriminazione oppure (meglio se uso la e) delle polarizzazioni potenzialmente pericolose. Alla base di tutto, c'è l'attitudine a ragionare per slogan: frasi brevi, prodotti dei copywriter - e ormai di artisti e attivisti - che devono catturare l'attenzione dei consumatori o degli utenti, per far pervenire un messaggio. Sia chiaro, non è la demolizione del settore pubblicitario, a ognuno il suo mestiere... del resto ormai di pubblicità viviamo e il nostro assetto mentale è fortemente orientato in tal senso, anche dal punto di vista linguistico. Ma con quali rischi e pericoli a livello di percezione semantica e ideologica? Con quali errori possibili?