giovedì 13 aprile 2017

Veridiana in punta di tacco

10 Agosto 2013 (prima che tutto avesse inizio)

Cara Mela,

era il 2 marzo 2011.  Non chiedermi le ragioni per cui l'ho fatto.
E no, non è la prima volta. Ora lo sai. Aspetta, non giudicarmi. Ascoltami.
Quella grande città, quelle serate sui Navigli, a sorridere al riflesso di un Negroni rovesciato.
E' un appuntamento in punta di tacchi. Fermata "Repubblica", no, ma cosa pensi? Mastico politica come un cammello disidratato.
Però mi sento figa, nello sciame democraticamente multietnico che si riversa sui binari, nell'attesa dell'ultima metro. Che non è mai l'ultima.
Quel treno mi ha portato via. In quel posto, nella perdizione.

Invio. Un messaggio. uno scambio, mentre leggo da un blog della non-scelta di una lei
Ho la trippa della lettura. Lei è Laura (l'articolo è questo, clicca qui per leggerlo), così lontana da me, eppure così vicina.
E ora mi chiederai, che cosa hai fatto? Dirai, so cosa hai fatto... era il titolo di un film con Sarah Michelle Gellar, la mitica Buffy in salsa più horror.

Ho cercato le scorciatoie. E ora sono qui, a fare la punta alle matite. 
Cammino in punta di tacchi. Un gatto mi sfiora, si solleva sulle due zampe posteriori per appoggiarsi alle mi gambe con le anteriori. Ma ho le autoreggenti, attaccate alle cosce, attaccate alla mia pelle.
Mi abbasso, accarezzo il gatto che si struscia contro la mia mano. Sembra sorridere, più di me.
Alcune scelte ti prendono e ti portano via, lo sapevi?

Ti portano via.
Era il 2 marzo 2012. Io sono tornata l'anno successivo. Che stragnocca. Me lo hai detto, sbavando sul mio tubino Dior. Io sono Dior, Vuitton e tutte quelle belle robe, ricordi? Hai divorato le mie griffe. Poi, ti sei ripigliata dall'anestesia. Mi chiedesti perché fossi tornata. Mi avevi vista in televisione. Su alcune copertine. Che tirate. Cavoli, che super modella, avercene.
Ma lo sai, amica mia? Fuori una, dentro l'altra, i collant si smagliano come le donne. Sei improvvisamente vecchia. Da buttare. E arriva lei. Valchiria, vent'anni o forse minorenne, alta, un po' fatosa, un po' pop-porno. Fresca di bucato ansimante.
Mi sono fatta da parte perché ho capito.

Ho schiacciato invio.
Niente accade a caso. Tornare è stato come rialzarsi. Tornare a vivere dove sembra che la vita sia un semplice abbaglio.
Non vado via in punta di tacco. Ora, no.
Il mio cuore è diverso, adesso che è finito tutto. L'importante è che nessuno sappia. L'importante è tornare a ridere, vivere, bere fino alla sbronza.
Ridere, lo sai che io rido con il naso rosso. E faccio ridere.
Allora bevevo, mi stordivo, giocavo. Ero il mio corpo, ero vera. Sorridevo per ostentare. Forse, ora non lo sono più.

L'amore, questa grande boiata.

Forse, soltanto l'amore ci può rendere veri. Grande boiata. Preferisco i soldi, le griffe, l'anima venduta.  In questo mondo in cui tutti cercano l'amore, in cui tutti vogliono essere salvati, in cui si sognano ancora principi e principesse azzurre, quello che conta sembra essere solo una banconota moltiplicata.
I vitelli d'oro si adorano, l'amore no. Non si adora. L'amore si odia. L'amore è la farsa regina.

Senza tacchi e autoreggenti è tutto difficile.
Ciao Mela, ora sai qualcosa del mio passato. Sai chi sono, sai che penso. Vorrei avere il telecomando della mia vita e quello dei tuoi pensieri per cambiare le frequenze che ci accomunano.
Parlami di te.
Io sono soltanto Veridiana, quella degli emisferi cerebrali disconnessi, quella del passato, della zingara.
Ora mi disconnetto.
Ciao Mela, amica mia. No, te l'ho detto non cerco l'amore. Anche se non credo neppure io a quello che cerco di impormi.

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PS; L'amore non è quello che afferma Veridiana. 


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