Apro la settimana con un post che apparentemente è off topic; in realtà quello dell'abuso è un trend insieme al narcisismo, che troviamo su Tik Tok. Non parliamo di moda, l'argomento è delicato e le persone non si possono catalogare attraverso le etichette di una società che poi vuole includere tutti (strane contraddizioni!). Come del resto, ridurre la psicologia a un'accozzaglia di frasi fatte, da sedicenti esperti di comunicazione che nemmeno verificano le fonti, è un altro must che La penna sognante, abituata a lavorare in altro modo, rigetta. Le frasi fatte vanno bene in una storia retorica che si può scrivere, ma certe situazioni non possono essere catalogate; certe situazioni vanno affrontate occhi negli occhi. Soprattutto quando si fa del male a qualcuno.
Arrivo alla relazione tossica. Che non è il grande amore che, una volta esaurita la spinta propulsiva dell'innamoramento, poi si appiattisce o, a volte esplode, frantumandosi in una miriade di combinazione. Le storie finiscono, si sa.
Qui parliamo di una persona che cerca di impossessarsi della vita di un'altra. Una persona che nell'altra non vede l'individualità, ma solo se stessa.
Se prima è il lovebombing, poi arriva il momento della svalutazione dell'oggetto; parlo di oggetto, perché per chi vive di amore tossico, l'altro è un oggetto. Sarà un caso se, in questo lovebombing, dall'abusante c'è il timore a conoscere gli amici e a entrare nella vita della persona. Tutto è in funzione di sé stesso e se cede la parola, è quasi per un diritto acquisito e non perché davvero sia interessato al pensiero dell'altro. Intanto, LUI (o lei) è la relazione. Il perno, il fulcro, il bambino capriccioso, magari privilegiato da chi lavora per lui.
Chi è abusante, vede solo sé stesso, spesso frigna perché vuole che l'altro entri nei suoi panni, anche se non si lava mai (passatemi la battuta)! Pretende empatia ma non ne dà. E, a un certo punto, nell'eccesso di parole, l'altra persona si accorge che la relazione non è paritaria. Sì perché con gesti vari l'abusante cerca a modo suo, con adulazioni, di trascinarti nel suo vortice.
Ma... non ti ascolta, perché ascolta le parole riflesse da te, che sono sempre sue.
Ma... fa l'amore in modo meccanismo, pensando a sé.
Ma... è subdolo il modo in cui cerca di portarti a letto o di ottenere il proprio piacere.
Ma... parla e mente ripetutamente.
Ma... sta sempre male lui. Degli altri se ne frega, l'empatia è un atto che gli è dovuto, ma mai rivolto altri altri.
Poi, ecco... la denigrazione, l'isolamento. E se prendi coscienza e metti in atto delle strategie per smascherarlo, lo specchio si rompe, le maschere cadono, lui fugge. Sparisce. Ma poi ritorna. Perché manipolare è il suo mestiere. Forse non se ne accorge, forse sì, di certo mette in atto strategie astute ed è convinto di avere sempre ragione. Ma poi, c'è l'amore che grida. L'amore per te (stesso o stessa). L'amore che non è il campo minato delle strategie fatte per imprigionarti, avvilirti, dopo tante finte adulazioni. E alla fine, di "buongiornissimi" al caffè non ne puoi più. Erano una forma di controllo, un po' boomer, direbbe la Gen Z.
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