Negli ultimi anni gli amori tossici sono saliti alla ribalta. Romeo e Giulietta sono ormai relegati nella loro Verona, i palpiti di Dante nei confronti di Beatrice, i principi che salvano le principesse, le eroine che s'immolano per amore, sono stati sostituiti da un modo di vedere l'amore più disincantato. Alcune relazioni diventano gabbie, la dipendenza affettiva, raccontata in un libro come "Donne che amano troppo" di Robin Norwood, sembrano avere sostituito le fiabe. Ma, in fondo, anche l'amore delle fiabe serviva ad accettare un dovere: il matrimonio.
(Foto: Pixabay)
Amori e narrativa: tra obblighi e consapevolezza
La narrativa è costellata di amori impossibili, avvolti nella bambagia del sogno; si sa che, più qualcosa è irraggiungibile, più lo infarciamo di aspettative. Così si sono allevate generazioni di Cenerentole, di Biancaneve in attesa del bacio salvifico; bacio che, negli ultimi anni, è diventato il centro di una sterile polemica, in quanto dato senza consenso e dunque anticamera di un abuso (gli eccessi del Politically Correct portano a questo).
In questi anni la tossicità degli amori (meglio, sedicenti tali) ha portato a rivedere il ruolo delle protagoniste femminili. "Alice nel labirinto" di Roberta De Tomi pone al centro un'Alice cresciuta che mette in discussione l'educazione ricevuta e che la vede destinata al matrimonio. La ragazza pare innamorata del suo Edward, ma è davvero così? Non è forse una convinzione sull'amore, inculcata dall'epoca vittoriana?
Della stessa autrice è "Abuso d'amore": qui la ricerca della protagonista assume toni più espliciti in una narrazione più concreta e meno sperimentale, che mira al tema. E il finale lascia presagire a un seguito...
"Piccolo Narciso"
Il progetto "Piccolo Narciso", visibile sulla Pagina Instagram di autricedeitomi è il racconto di un amore (chiamiamolo così) che ha quasi distrutto la protagonista. Un racconto per immagini che parla di illusioni e cadute, ma anche di un percorso di consapevolezza e di autocura.
Non è più tempo di fiabe?
Non cadiamo nell'errore di dimenticarci delle fiabe. Sognare è bello, ma a volte occorre aprire gli occhi sulla realtà e allontanarci dalle situazioni che fanno male. L'amore, quello vero, non distrugge, non isola, non è il capriccio di chi pensa di maneggiare un oggetto. Occorre riconoscere i segnali per scappare da una situazione abusante. Scappare e amarsi, prima di tutto. L'amore, quello vero, se deve arrivare arriva, ma che non sia la malattia di un narcisista che nell'ossessione del buongiorno o di uno stato su Facebook cambiato, trova le ragioni per esplodere in scenate. Questo perché non può controllare la sua cosa più bella che ci sia... finché non capisce che la cosa è una persona. E la persona è scappata, salvandosi. A volte ci si salva scappando dai "principi" (ranocchi compresi).
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