"Il silenzio del lago": la trama
C’è un silenzio che unisce e un silenzio che divide. C’è un lago che custodisce segreti e una famiglia che non li dimentica. Dagli anni ’50 agli ’80, tra Laveno, Milano e le Isole Borromee, le vite di Marisa, Lisetta, Luis e Lucia disegnano n una trama fitta di amore, tradimento, ambizione e redenzione. Come si palesa la Mistica del Lago? Cosa si nasconde dietro la morte di Egidio? E perché Lucia, così bella e intelligente, sembra destinata a ripetere gli errori del passato? Un romanzo corale e potente, dove il vero protagonista è il silenzio, quello che si porta dentro e quello che si sceglie di rompere.La recensione: una narrazione corale molto intensa
Nel correre di queste voci che raccontano la vicenda, il silenzio s'insinua come il vero protagonista, ma anche come latore di un mistero denso di retaggi che ci riportano a un altro tema caro alla nostra narrativa: la provincia con le sue omertà e la ristrettezza di visioni che fanno desiderare il trasferimento altrove, nella città dove i misteri sembrano perdersi nelle luci della frenesia quotidiana, delle affermazioni sociali. Ed è proprio la fuga a dimostrare che dentro di noi resta sempre qualche retaggio di quella provincia; un retaggio torbido che è indice di un qualcosa che si cerca di cancellare per ricostruire una nuova identità, ma che, in fondo, ci resta appiccicato addosso.
In tutto questo, il risvolto giallo acquisisce una dimensione stucchevole negli accadimenti (o a causa di questi?), forse un po' forzata rispetto al quadro narrativo all'interno del quale si pone. Segue poi una narrazione che recupera la potenza narrativa, con un'indagine che si perde in una certa verbosità; tuttavia le intenzioni dell'autrice si mantengono ben salde nel quadro che vuole far emergere.
Lo stucchevole viene subito assorbito dal potere del silenzio, complice l'abilità dell'autrice che ha saputo gestire molto bene la materia, forse non alla portata di tutti i lettori, in particolare di lettori di gialli che nella maggior parte dei casi hanno altre aspettative rispetto alla gestione dei tempi narrativi e delle trovate, nonché dei ruoli di chi indaga. La componente mainstream è potente, insinua dubbi e affida al silenzio le suggestioni del caso.
Lo stile dell'autrice è limpido e si distingue per l'attenzione linguistica, la scorrevolezza e per la capacità di gestire i diversi registri, conferendo ai personaggi caratteri peculiari. La mia impressione è che però l'autrice, abbia voluto strafare con una coralità troppo accentuata e una gestione articolata che rischia una certa dispersione. Forse sono proprio queste voci che ci riportano al silenzio potente di questo lago di cui dobbiamo ascoltare i sottotesti profondi e che ci riportano per intenzioni al narrato verghiano e alle sue tensioni umane e sociali. "Il silenzio del lago" è un romanzo sociale, profondamente umano nelle intenzioni, viscerale nelle emozioni, nella rabbia coltivata in grembi famigliari soffocanti e omertosi. Un caleidoscopio che sembra non risolversi nelle suggestioni di quel lago che, alla fine, sembra vincere su tutto.
In tutto questo, il risvolto giallo acquisisce una dimensione stucchevole negli accadimenti (o a causa di questi?), forse un po' forzata rispetto al quadro narrativo all'interno del quale si pone. Segue poi una narrazione che recupera la potenza narrativa, con un'indagine che si perde in una certa verbosità; tuttavia le intenzioni dell'autrice si mantengono ben salde nel quadro che vuole far emergere.
Lo stucchevole viene subito assorbito dal potere del silenzio, complice l'abilità dell'autrice che ha saputo gestire molto bene la materia, forse non alla portata di tutti i lettori, in particolare di lettori di gialli che nella maggior parte dei casi hanno altre aspettative rispetto alla gestione dei tempi narrativi e delle trovate, nonché dei ruoli di chi indaga. La componente mainstream è potente, insinua dubbi e affida al silenzio le suggestioni del caso.
Lo stile dell'autrice è limpido e si distingue per l'attenzione linguistica, la scorrevolezza e per la capacità di gestire i diversi registri, conferendo ai personaggi caratteri peculiari. La mia impressione è che però l'autrice, abbia voluto strafare con una coralità troppo accentuata e una gestione articolata che rischia una certa dispersione. Forse sono proprio queste voci che ci riportano al silenzio potente di questo lago di cui dobbiamo ascoltare i sottotesti profondi e che ci riportano per intenzioni al narrato verghiano e alle sue tensioni umane e sociali. "Il silenzio del lago" è un romanzo sociale, profondamente umano nelle intenzioni, viscerale nelle emozioni, nella rabbia coltivata in grembi famigliari soffocanti e omertosi. Un caleidoscopio che sembra non risolversi nelle suggestioni di quel lago che, alla fine, sembra vincere su tutto.
Per cocludere: "Il silenzio del lago"
La coralità de "Il silenzio del lago" è il realtà un silenzio che disperde le troppe voci che si rincorrono, facendo emergere un quadro umano disarmante e desolante, ma anche denso di emozioni e aspirazioni, sogni mancati. Potente la parte mainstream, lascia qualche perplessità la parte gialla, compensata da una penna scorrevole e che coltiva magistralmente le proprie intenzioni.
L'autrice: Angelarosa Weiler
Classe 1960, editor e traduttrice ha pubblicato il suo primo romanzo, "Il Volo del Grifo" nel 2018 con Lettere Animate Editore. Nel 2021 è stata la volta di “Black Wedding” (TRIPLA E) e poi del noir storico “Sine Titulo”, riproposto nel 2025 in seguito a revisione del testo. "Il silenzio del lago" è la sua ultima fatica.
Link casa editrice: Il silenzio del Lago – Aurea Nox

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