Sfreccio sul serpentone d'asfalto, costeggiando il Canale Rame.
In epoca preunitaria fungeva da confine tra i territori, con tanto di dogana e passaporto obbligato.
In un volume curato da uno storico locale, avevo letto la vicenda di un ragazzo che abitava "al di là" del corso. Si era invaghito di una ragazza residente giusto a una manciata di metri da casa mia.
I due innamorati, privi di passaporto, non potevano varcare il confine, così restavano a osservare il tragitto di parole che non riuscivano a tramutare in baci.
"Quei due fanno all'amore uno di qua e l'altro di là dal canale" dicevano i pettegoli.
Mi fermo, sostenendomi con la gamba sinistra, mentre la mano destra stringe il manubrio. Immagino i due ragazzi, tesi l'uno verso l'altra, a soffiarsi baci e scherzose tenzoni amorose.
Mi ami, non mi ami e poi...
Com'è andata a finire?
Non so.
Riprendo a pedalare, il percorso è tortuoso e costellato di asperità. Le crepe si allungano sull'asfalto, in alcuni punti più basso, in altri più alto, creando curiose e contorte forme.
Procedo spedita, supero il ponte dotato di chiavica. Avanzo, ancora, canticchiando U can't stop the beat, mentre il sole diffonde la luce aranciata del tramonto. I riflessi si traducono in echi di colore che moltiplicano la sensazione di calore che mi brucia.
Un gatto appallottolato in un campo, oltre il Rame, si acquatta. Mi guarda, muovendo le orecchie e la coda, nell'attesa di scattare in avanti per l'agguato. Io lo lascio alle mie spalle. Ma non lascio dietro di me i pensieri.
Cinque anni sono tanti.
Nel frattempo...
... Axel, il figlio di Angela, si è fatto grande.
... Melissa ha scoperto di non poter avere figli.
... Lubiana è diventata una star della televisione.
... Simone sta per sposarsi.
E io.
Ho tagliato all'altezza dell'incrocio e un'Alfa sta correndo verso di me. Avverto lo stridio dei freni, il clacson e (mentalmente) gli accidenti che mi sta tirando il tizio. Sono però abbastanza veloce e riesco a infilarmi nella via che porta alla stalla. Mi fermo, ignorando il veicolo che ha ripreso la velocità di prima. Cento all'ora.
La mia vita, in quei cinque anni. E quell'anno di perdizione e di confine superato senza il passaporto.
La mia testa crolla.
Lubiana non l'ha fatto. Ma io. Quelle cose...
Mi fermo, torno indietro.
Devo dimenticare.
Dimenticare il peccato, affrontare me stessa, oltre il confine del Canale Rame.
Dimenticare le luci, il palo. Il mio corpo.
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