E 1,2,3,4.
E 1,2,3,4.
I miei piedi si staccano da terra mentre ruoto su me stessa. Mi elevo verso l'alto, verso il cielo che mi richiama a sé con la sua irresistibile forza di attrazione.
Arabesque.
Mi tendo verso quel cielo svestito del suo satellite, dei colori del giorno in cui le mie speranze si sono estinte.
Avevo un sogno. Ora non più.
Sono una stella caduta. Mi vesto di organza, indosso le scarpette con le punte rotte che ho appeso nell'armadio.
Sono un stella caduta.
Brillo di luce riflessa e seguo il ritmo scandito dal passato in cui sto rientrando. Il passato che affronto, mentre penso a Diamante, la ballerina mascherata.
E il resto diventa cielo.
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