"Era ora che ti decidessi." fa mio padre, alzando il bicchiere con il bianchetto.
Io sorrido, notando nella sua affermazione riferimenti svelati da mia madre.
"Era ora. Io alla tua età..."
Ecco, ci risiamo: bla bla bla... il solito carro armato in azione. Si disattiva soltanto quando me la trovo in camera con gli occhi lucidi e la spalla alzata a voler significare che lei non piange mai. Fuori. Dentro è in alta marea.
Prendo in braccio Ruggine, che ronfa beato.
"Tranquilla, vi manderò le cartoline da Londra."
Resta immobile, sorpresa.
Mamma non sa che dire, poi, finalmente, si sbottona.
"Hai passato quasi trent'anni in questo sputo di palude e ora vai a Londra? Non credi sia un salto troppo grande?"
Scuoto la testa.
"Al massimo ballerò in qualche locale di lap-dance" mi guarda male, malissimo, io alzo le mani "Scherzo! Sicuramente un posto da sgobbina lo trovo."
"Cioè in qualche ristorante? A fare la lavapiatti?"
Sospiro: "Da qualche parte, bisogna pur cominciare."
"E quando parti?"
Appoggio Ruggine a terra. Sale sui piedi della mother e inizia a strusciarsi, gongolante.
"La prossima settimana."
Mia madre ha un sobbalzo e con lei il felino che, spaventato, scheggia sotto il letto.
"Cioè, parti all'avventura?"
Scuoto la testa.
Mamma non sai quanto me la stia facendo sotto. A chi non spaventano i cambiamenti? Ma devo, se non voglio morire dentro.
"In realtà, è da un po' che sto organizzando tutto. E una mia amica mi sta procurando alcuni colloqui."
Mia madre fa per parlare, ma si limita a darmi la buonanotte. Ha capito che sto diventando grande. Ha capito, ma non sa che non andrò a Londra, almeno non subito. Non sa che la Marketing Manager ha ripreso in mano la sua passione.
Non l'ho detto a nessuno, ma la ragazzina che scimmiottava Michael Jackson è tornata. E non sa, nessuno sa che Lubiana mi ha dato lezione e che affronterò un provino. E' da anni che studio, da uno in cui mi alleno, e non per pesare tre chili in meno.
Allungo le braccia, le tendo verso l'alto. Fletto il busto a destra, poi a sinistra. Port de bras, una sosta e uno, due, tre giri su me stessa. Mi lascio cadere sul letto, Ruggine salta sopra e poi sulla mia pancia. La accarezzo tra le orecchie.
Mi mancherà.
Là fuori, c'è un mondo che mi aspetta.
Così ho scritto nell'ultimo post, cinque anni fa. Il post del 20 luglio 2010.
E a volte occorre tornare ad accarezzare i propri sogni per ritrovare se stessi. E nel frattempo, la Marketing Manager va in aspettativa. Ma tornerà.
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