Standing ovation da parte di Giovanni che si sta consumando i palmi, l'espressione estatica di chi ha appena visto l'atterraggio di un Ufo reduce da una gara di tuning.
Lubiana lo apostrofa: "Hai messo ko il nostro intrepido giornalista."
"Io non sono più giornalista."
"Ma davvero?"
Io intervengo.
"Confermo. Ha stracciato il tesserino davanti ai miei occhi."
"Ma come" Lubiana casca dalle nuvole "E l'intervista?"
L'intervista?
Sono senza parole. Immobile, mummia danzante in bilico sul filo della verità.
Guardo Giovanni che abbassa lo sguardo.
"Giovanni? Mi vuoi spiegare?"
"Bé... io..."
Guardo uno e poi l'altra e capisco che mi stanno nascondendo qualcosa. Ancora? Qualcosa di grosso, che ha a che fare con la trasferta di Giovanni a Milano.
Perché non mi devono mai raccontare tutto? Soltanto una volta sono diventata la depositaria di un segreto. Quando Lubiana aveva fallito il provino (vedi romanzo) ed era stata... Sì insidiata. Da quello stronzo. E poi, tutto le era andato bene. Troppo bene.
Improvvisamente, m'illumino. Non d'immenso ma della merda che ho mangiato. Sono volgare ora. Sono incazzata.
Alzo i pugni e cado in un nuovo oblio di me.
Giovanni fa un passo avanti.
"Elena... io..."
"Tu mi hai mentito."
Lo gelo, gelo Lubiana. Mi sento ferita, trattata come un'idiota.
"No, la verità..."
"Sì, cazzo, dimmi la verità. Da quando sono andata via. è un susseguirsi di bugie e non detti che non riesco più a reggere." crollo a terra, singhiozzando "Vi prego, parlate."
"Vedi Elena, io da ieri collaboro per Vivi Gente."
"Vivi Gente? Ma è il più venduto!" scatto in piedi e mi precipito verso di lui, lo abbraccio e bacio "Ma ti rendi conto?"
Giovanni cerca di blaterare ma tace, io lo abbraccio. E so perché ha fatto tutto questo: la farsa del tesserino, i suoi proclami.
"Non ho bisogno che tu mi spieghi." gli sussurro all'orecchio.
"Elena?"
Io mi stacco e ci guardiamo. Nei suoi occhi vedo quella luce sincera. la volontà di non ferirmi.
"Dimmi."
"Balla ancora. Balla."
Sento la mano sulla spalla. Lubiana è dietro di me e vuole che lo faccia. Come gli anni in cui si ballava e lei mi insegnava e io cadevo e mi sentivo piccola. Un nulla come, ora, come sempre.
Ma loro, non vogliono che io mi senta così. Io posso essere tutto, il nulla è una condizione mentale.
"Giovanni? Mi vuoi spiegare?"
"Bé... io..."
Guardo uno e poi l'altra e capisco che mi stanno nascondendo qualcosa. Ancora? Qualcosa di grosso, che ha a che fare con la trasferta di Giovanni a Milano.
Perché non mi devono mai raccontare tutto? Soltanto una volta sono diventata la depositaria di un segreto. Quando Lubiana aveva fallito il provino (vedi romanzo) ed era stata... Sì insidiata. Da quello stronzo. E poi, tutto le era andato bene. Troppo bene.
Improvvisamente, m'illumino. Non d'immenso ma della merda che ho mangiato. Sono volgare ora. Sono incazzata.
Alzo i pugni e cado in un nuovo oblio di me.
Giovanni fa un passo avanti.
"Elena... io..."
"Tu mi hai mentito."
Lo gelo, gelo Lubiana. Mi sento ferita, trattata come un'idiota.
"No, la verità..."
"Sì, cazzo, dimmi la verità. Da quando sono andata via. è un susseguirsi di bugie e non detti che non riesco più a reggere." crollo a terra, singhiozzando "Vi prego, parlate."
"Vedi Elena, io da ieri collaboro per Vivi Gente."
"Vivi Gente? Ma è il più venduto!" scatto in piedi e mi precipito verso di lui, lo abbraccio e bacio "Ma ti rendi conto?"
Giovanni cerca di blaterare ma tace, io lo abbraccio. E so perché ha fatto tutto questo: la farsa del tesserino, i suoi proclami.
"Non ho bisogno che tu mi spieghi." gli sussurro all'orecchio.
"Elena?"
Io mi stacco e ci guardiamo. Nei suoi occhi vedo quella luce sincera. la volontà di non ferirmi.
"Dimmi."
"Balla ancora. Balla."
Sento la mano sulla spalla. Lubiana è dietro di me e vuole che lo faccia. Come gli anni in cui si ballava e lei mi insegnava e io cadevo e mi sentivo piccola. Un nulla come, ora, come sempre.
Ma loro, non vogliono che io mi senta così. Io posso essere tutto, il nulla è una condizione mentale.
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