Gli occhi di Giulia, liberi dal trucco e dai silenzi imposti, spazzano via le mie resistenze.
Di lei ricordo solo le forchettate al tagliere dei salumi, il brindisi e il sorriso da incanto. I capelli ricci raccolti sulla testa, il viso perfetto con il naso dalle narici sottili, gli zigomi alti, le labbra definite senza il rossetto.
La bellezza fatta donna, ora sciolta con le lacrime che la mano asciuga con concitazione. Giulia era bella, quella sera. Giulia lo è ancora ma non se lo ricorda.
Massimo le posa una mano sulla spalla.
"Posso offrire io?"
Si guardano e io resto immobile. Max non è quello che pensavo fosse. In lui c'è il retaggio di quel sentimento che lo univa alla ragazza.
Il direttore artistico si alza in piedi.
"Se non vi dispiace, vi lascio a parlare."
"Ma..." Giulia si frega le mani "Veramente..."
Max si china su di lei, che chiude gli occhi e si lascia baciare. Sulla fronte, sulla guancia e poi sulle labbra. Uno sfioramento delicato che mi fa capire tutto e niente.
Perché Lubiana ha preso il posto di Giulia? Allora non è andata a letto con Max. Era Giulia quella che...
"Giulia, presto Lubiana avrà quello che si merita." le accarezza uno zigomo, la voce di velluto come non l'ho mai sentita "Tu sei la migliore."
"Ora non più."
"Abbi fede." l'uomo mi guarda "Elena, prenditi cura di lei. E rifletti sulla mia proposta se ti va."
"Io..." non so che dire quindi corro ai ripari con un sospiro "Va bene. Mi farò sentire."
Si allontana da noi e dalla verità che preme contro gli angoli concavi delle nostre anime.
Il cameriere ci porta due spremute di arance. Sono agre, come il tempo che non smette di bagnare la Terra.
Massimo esce, si ferma davanti alla vetrina. Un saluto con la mano. Un saluto di arrivederci mentre Giulia gioca con una ciocca di ricci ribelli.
Biondi come la sua anima. E allora la vedo bella come quella sera. Si è ricordata di essere bella. Bellissima. Come la Giulia di quella canzone.
"Non lasciarmi solo in questa notte gelida."
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