domenica 10 aprile 2016

"Arcane Rain"

Giulia scatta sulla sedia. Nella cornice dei miei pensieri si insinuano i germi di un ennesimo sospetto, mentre il cellulare squittisce note sgangherate.



Avvicino il ricevitore accogliendo il sorriso ebete della ballerina con le mani posate al vetro. Nello spostarsi alla sua sinistra, urta una mensola da cui si rovescia un cesto di vimini avvolto nel cellophane, posto sul bordo.
"Elena? Dove sei?"
Giovanni è trafelato, Giulia prende il cesto prima che si rovesci.
"Sono a Cologno."
Mi alzo in piedi per raggiungere la mia amica, accasciata a terra con la cesta sulla testa. Il cameriere accorre insieme a quello che deve essere il titolare.
"Giovanni, non posso parlare. E' successo un... incidente."
"A te?"
"Che cosa è successo? Elena? Cos'è successo?"
La voce di Lubiana mi entra nel padiglione, sordo per lo stordimento.
Le persone si affollano intorno a Giulia. Il ragazzo con il grembiulino prende tre le mani l'oggetto salvato mentre la mensola cessa di oscillare. Io mi apro un varco tra le persone che osservano la scena come si godessero una tragedia greca.
Una donna alza l'iPhone, lo sguardo d'autunno avido, io la spingo oltre sfidandola.
"Non ti permettere, sciacallo che non sei altro."
La donna si erge esibendo la sua tessera, io le sputo addosso, i pugni alzati.
"Vattene" ringhio.
La giornalista, spaventata, scappa a gambe levate tra i brusii di chi ha riconosciuta la stella cadente.
Giulia, la divina, è ora un'ombra discesa nell'inferno peggiore delle sue angosce. Apre e chiude la bocca, lo sguardo estatico, fuori da ogni rango della realtà.
Prendo il telefono di nuovo, ribollente.
"Pronto?"
"Elena? Stai bene? Che cosa è..."
"Taci. E' tutta colpa tua."
"Che cosa ho fatto?"
Scoppio a ridere mentre fuori è uno scrosciare di acqua e un addensarsi di nuvole che rendono livido l'ambiente.
"Hai un bel coraggio di chiederlo."
"Ma..."
"Solo un nome. Giulia."
Interrompo la telefonata e vado verso la ragazza che mi chiama. La ragazza che abbraccia le gambe e si rannicchia come una piccola Susie violata.
Sul vetro le gocce formano perle di tristezza. Nel mio cuore le gocce sono sangue raffermo di rimpianti dimenticati.
Piove e ogni arcano si svela nell'arcano della pioggia che non smette di picchiare la Terra.

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