Tempo di primavera e sbocciano le iniziative.
Questa può interessate colleghi che volessero fare una proposta e aderire all'iniziativa.
Torna Il maggio dei Libri: pubblico il comunicato stampa pervenuto dall'Associazione Giri di parole con info utili per le adesioni.
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martedì 1 aprile 2025
martedì 4 febbraio 2025
SOS creatività: dieci luoghi comuni da smentire!
"I dilettanti aspettano l'ispirazione. Tutti gli altri si rimboccano le maniche e si mettono al lavoro". Cito il pittore statunitense Chuck Close, che si esprime su una questione dibattuta. L'ispirazione esiste? Gli artisti creano solo grazie all'ispirazione? O è un concetto inventato?
Ecco la mia risposta: l'ispirazione non esiste. La scrittura creativa lo dimostra. Semmai esiste la spinta a creare, ma nasce da un'elaborazione di elementi, di conoscenze ed esperienze che, a un certo punto, si compongono nel lavoro creativo, di qualsiasi tipo esso sia.
La creatività è un terreno labile e per questo, spesso oggetto di fraintendimenti.
E per questo è importante smentire alcuni luoghi comuni.
Ecco la mia risposta: l'ispirazione non esiste. La scrittura creativa lo dimostra. Semmai esiste la spinta a creare, ma nasce da un'elaborazione di elementi, di conoscenze ed esperienze che, a un certo punto, si compongono nel lavoro creativo, di qualsiasi tipo esso sia.
La creatività è un terreno labile e per questo, spesso oggetto di fraintendimenti.
E per questo è importante smentire alcuni luoghi comuni.
venerdì 15 marzo 2024
"Cosa sarò. Una lezione di felicità" di Barbara e Cinzia Bianchi: quello che importa davvero è nel tuo cuore
La felicità si può imparare? Se sì, è possibile in una lezione? Colgo l'occasione di presentare questo libro per aprire a una riflessione. "Cosa sarò. Una lezione di felicità" è un'opera rivolta ai lettori più piccoli, in cui parole e disegni formano un connubio piacevole. La semplicità va a braccetto con la creatività in questo volume "artigianale" ma prezioso. Scopriamolo un po'.
lunedì 6 novembre 2023
La scrittura creativa è inutile. Ma è un fake: ecco gli effetti reali
"Oggi vi parlo della scrittura creativa." Il primo incontro inizia così. Più o meno. In realtà, l'introduzione è data da un atto diverso. Giù il foglio e la penna, ci mettiamo in cerchio e iniziamo a giocare con le parole. Ma prima, ci guardiamo negli occhi. Questo perché la scrittura è un atto umano. E prima ci sono le persone, con il loro bagaglio di esperienze (o inesperienze), di reazioni ed emozioni. Ci sono persone che non sanno da dove partire. E ci sono quelle che hanno un mondo che aspetta di essere scoperto. Perché non è vero che: "La scrittura non si insegna". Non è vero che: "Il mio testo non si tocca". Non è vero che: "La scrittura creativa è inutile". In tre anni di esperienze ho visto persone sbocciare. Persone trovare il bandolo della matassa. Alcune con la parola facile che ha bisogno di essere guidata. Altre che non si trovavano con il metodo: è legittimo.
Ma la scrittura creativa è utile. Ecco quali effetti ha.
Ma la scrittura creativa è utile. Ecco quali effetti ha.
martedì 22 febbraio 2022
"La mucca viola" di Seth Godin: distinguiti da un mondo marrone (dedicato anche alle penne creative)
Non è un trattato di zoologia né umoristico, come qualcuno potrebbe pensare: "La mucca viola" (Roi Edizioni) di Seth Godin è un saggio sul business edito all'inizio del Duemila. Perché la recensione di un testo di questo tipo, in un blog di scrittura creativa? Non è fuori argomento e vi spiego le ragioni.
martedì 23 novembre 2021
Scrittura creativa: cinque luoghi comuni da smentire + un bonus
I luoghi comuni sulla scrittura creativa sarebbero numerosi, ma ne possiamo individuare cinque principali, più un bonus.
Attenzione: astenersi i troppo seriosi, il post ha un pizzico di ironia.
Attenzione: astenersi i troppo seriosi, il post ha un pizzico di ironia.
mercoledì 17 ottobre 2018
La scrittura come cura di sé: tra le "Arti del benessere", la creatività che libera mente e cuore. Ne parlerò sabato 20 ottobre a Bologna.
Una volta, tanto tempo fa, tenevo un diario. Sapete, di quelli con il lucchetto e la chiavetta. Lo nascondevo sotto il materasso, immaginandolo immune da incursioni esterne. Povera illusa! Chissà quanti occhi e mani curiosi su di lui!
Ma non divago oltre: torno a noi. In quel diario raccontavo me stessa. Ogni pagina scandiva le mie giornate, indicate alla data scritta in alto. A quel tempo avevo una scrittura grande e arrotondata, come l'avevano altre bambine della mia età. A volte la pasticciavo, ma non mi facevo problemi perché lasciavo che i pensieri facessero il loro corso. Raccontavo le mie giornate, le mie emozioni, i miei sogni. E scrivevo, scrivevo, scrivevo, e a ogni segno tracciato mi sentivo più leggera. Vuoi perché di amici ne avevo pochi e i pensieri e le parole restavano chiuse nei recessi della mia mente rischiando pure di impolverarsi o di ristagnare (gli effetti ve li lascio immaginare), vuoi perché scrivere era un'esigenza, ogni giorno dedicavo almeno una pagina a questa attività. Così terminai il diario dopo alcune settimane e, quando lo ebbi riletto, iniziai a rielaborare quanto scritto. Stati d'animo relativi a situazioni più o meno piacevoli. Eventi che inizialmente mi avevano lasciato l'amaro in bocca o tante lacrime sulle guance, riletti successivamente mi fecero spuntare un accenno di sorriso. Come apparivano diversi, se rivisti a mente fredda! A quel punto, chiudevo il diario e uscivo con un senso di sollievo perché, in fondo, scrivere mi aveva fatto bene.
Scrivere fa bene per tante ragioni. Ve lo spiegherò sabato 20 ottobre al Circolo M'ama di Bologna, durante il convegno "Le Arti del Benessere".
Ma non divago oltre: torno a noi. In quel diario raccontavo me stessa. Ogni pagina scandiva le mie giornate, indicate alla data scritta in alto. A quel tempo avevo una scrittura grande e arrotondata, come l'avevano altre bambine della mia età. A volte la pasticciavo, ma non mi facevo problemi perché lasciavo che i pensieri facessero il loro corso. Raccontavo le mie giornate, le mie emozioni, i miei sogni. E scrivevo, scrivevo, scrivevo, e a ogni segno tracciato mi sentivo più leggera. Vuoi perché di amici ne avevo pochi e i pensieri e le parole restavano chiuse nei recessi della mia mente rischiando pure di impolverarsi o di ristagnare (gli effetti ve li lascio immaginare), vuoi perché scrivere era un'esigenza, ogni giorno dedicavo almeno una pagina a questa attività. Così terminai il diario dopo alcune settimane e, quando lo ebbi riletto, iniziai a rielaborare quanto scritto. Stati d'animo relativi a situazioni più o meno piacevoli. Eventi che inizialmente mi avevano lasciato l'amaro in bocca o tante lacrime sulle guance, riletti successivamente mi fecero spuntare un accenno di sorriso. Come apparivano diversi, se rivisti a mente fredda! A quel punto, chiudevo il diario e uscivo con un senso di sollievo perché, in fondo, scrivere mi aveva fatto bene.
Scrivere fa bene per tante ragioni. Ve lo spiegherò sabato 20 ottobre al Circolo M'ama di Bologna, durante il convegno "Le Arti del Benessere".
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