Non se lo aspettava. No. Giovanni non si aspettava la decisione in quelle parole. Ma non posso essere io sempre quella che deve rendere conto di qualcosa a qualcuno. Arriva quel momento in cui anche chi è costretto a rispondere con straordinari di parole che vorrebbero restare dentro, fa le sue domande.
"Io... veramente..."
Non se lo aspettava. No.
Ma Elena non vuole più essere quella che risponde. No, Elena, io. Sono io, La donna che che ora vuole "volere".
"Giovanni?"
Mi scrutò, serio, come se avesse voluto entrarmi dentro. Io cercai di mantenere il mio contegno.
"Ti ricordi?"
Arricciò le labbra che si distesero poco dopo, al soffio di un'intesa che sapeva dissolvere l'ombra dell'enigma più complesso. A Giovanni, la Sfinge avrebbe fatto cinque o sei baffi e io per lui ero un libro dalla pagine trasparenti.
Il giornalista appoggiò la schiena al muro, le braccia lasciate cadere sui fianchi. Chiuse gli occhi e alzò il mento lasciandosi trascinare dall'onda che le mie parole gli avevano suscitato.
"Se ricordo? Ricordo i tuoi pregherai perché ti passassi le versioni di latino."
"Dieci assicurati" (che spudorata!).
Giovanni aprì gli occhi e si passò il dito sulla fronte.
"E la scritta Pirla qui."
Mi morsi le labbra.
"Devono essere stati anni molto duri per te."
"Le ultime ruote del carro si abituano a correre in silenzio."
Tacqui. Gli volsi le spalle che strinsi tra le mani tremanti. Sentii un fruscio, probabilmente Giovanni si era staccato dal muro e aveva teso le braccia per toccarmi, ma io mi volsi di scatto. Da quella distanza minima, Giovanni poté rispecchiarsi nei miei occhi, negli occhi di un'altra ruota del carro. Anche io, ultima, a rilento e spesso a terra, finché non arrivava il soffio di un'illusione a rimpinguare un serbatoio, di effimero entusiasmo. Si gonfiava e sgonfiava con la stessa rapidità con cui si estinguevano i miei sogni. Sono sempre stata così: facilmente infiammabile ma con un estintore a perenne portata di mano, pronto a scattare al primo ostacolo. Giovanni aveva colto questo aspetto della mia personalità soltanto nella manciata di mesi in cui ci eravamo frequentati. Prima aveva conosciuto soltanto l'idolo d'oro che aveva adorato fin dal primo giorno di liceo.
I miei occhi, neri e grandi, lo avevano avvinto, insieme ai capelli che ricadevano oltre le spalle. Li scuotevo e sorridevo, gentile e timida, a tutti, passando per la cogliona di turna. I buoni sono coglioni a prescindere, l'immaginario conta più dei fatti e delle belle frasi fatte per creare mitologie di apparenze da sfatare. Contano queste ultime, il resto è fiaba. Il resto è il retaggio dell'American Dream che ci ha fottuto. Di Alex ce n'è una sola ed è soltanto lei quella capace di incantare la giuria designata per l'ammissione alla scuola di danza.
Ma, cogliona o meno, io ero stata l'unica ragazza a non sfottere il Nerd occhialuto che tutti incensavano per i voti. Avevo sempre trattato con gentilezza il genio scolastico, malgrado le mie compagne mi suggerissero di usarlo. Loro sì, sapevano come fare con i ragazzi. Usa-e-getta. Loro avevano capito che le parole contano più dei fatti e la sicurezza ancora di più. Falla una cosa, sbagliala, ma sempre tirandotela, mi diceva Melania strizzando l'occhio ai suoi spasimanti.
"Ricordo anche" disse con fare trasognato, rompendo il silenzio tra noi, "le tue parole successive. In cambio chiedi quello che vuoi."
"Non amo avere debiti" precisai.
"Sei una ragazza corretta. Lo sei sempre stata."
"Sono un'idiota che crede negli ideali. Ma se mi togli le ali, non riuscirei più a camminare o a toccare il cielo."
"Capisco quello che vuoi dire."
Giovanni mi posò una mano sulla guancia. Era tiepida e profumava di muschio bianco. La presi con la mia per spostarla verso le labbra. La baciai e la trattenni, accettando che quella libera si posasse sulla mia vita.
"Elena, per rispondere alla domanda che mi hai posto." deglutì e prese coraggio per pronunciarsi "Te. Io voglio te. Solo te. Il resto si fotta"
Tolse la mano dalla vita, la mise in tasca per estrarre il tesserino dell'Ordine dei Giornalisti.
"Si fotta anche questo."
E lo lanciò nel naviglio.
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