Elena dove vai?
Elena cosa fai?
Aspetta.
Le voci. Rimbalzano sulle pareti vuote della mia testa mentre aspetto la metro.
Ho in mano la valigia, non so per quale ragione sto scappando dalla soglia che mi avrebbe permesso di arrivare al successo.
Mi sarebbe bastato varcarla con un sì, stringendo la mano di Massimo.
Era un sì. E io, invece...
Al termine dell'esibizione, sono caduta a terra. Ansimante, con il corpo ancora fibrillante.
In piedi accanto all'impianto, Massimo schiaccia un bottone e mi si avvicina. Ho i suoi mocassini davanti agli occhi.
"Alzati."
Un ordine perentorio risuona nella stanza.
Faccio leva sulle braccia. Il fianco mi duole, ma riesco ad alzarmi con il sorriso sulle labbra.
"Ho fatto schifo?"
La prima domanda che mi viene in mente, come sempre.
Massimo è serio, quasi accigliato. Non riesco neppure a immaginare a cosa stia pensando.
Non c'è emozione nelle iridi cangianti, solo l'enigma dell'attesa.
Chino la testa, ma la sua mano sotto il mento mi ferma. Me lo solleva delicatamente in modo che io possa tornare a lui.
"Non abbassare la testa."
"Anche se sono sconfitta?"
"Cosa ti fa pensare che tu sia sconfitta?"
Mi umetto le labbra e alzo gli occhi al cielo.
"Lo vedi? La sfiducia non sa suggerirti risposte razionali."
Massimo è una sfinge. Coriacea, ciclopica, impenetrabile.
"Ancora non capisco."
"Non capisci che è un sì?"
"Ma... io..."
"Non voglio ma, se e altro.. Ora voglio che tu prenda una decisione."
Arretro, mi volgo verso Lubiana. Non mi dice nulla, neppure con uno sguardo.
Ora la partita la gioco io.
Ora.
Sono.
Io.
E io decido che...
"No." stringo i pugni "Ho deciso che... no. Torno a casa."
La stanza mi ruota attorno, io ruoto attorno a me come in quei film dalle inquadrature vorticose. A un certo punto, torna su di me. Un obiettivo fermo sul punto focale del mio io.
Un sorriso squarcia il viso. Sembra meno granitico.
"Allora, hai trovato te stessa e sei pronta a vivere la tua vita?"
L'ultima battuta, come quel film di Verhoeven in cui la ragazza si perde per trovarsi.
La confermo mentre il treno si ferma e io sono pronta a tornare a casa per poi ripartire.
L'ultima cosa che vedo è il giornale con la copertina in cui spicca il viso di Lubiana. E' bellissima. Ma anche io posso esserlo.
Insieme alle mie Parole a passo di beat
FINE 1° SEQUEL
Per rileggere tutto vai ai posti precedenti :-)
Nessun commento:
Posta un commento