Non ho paura. Sono sul palco e mi sento libera, come un uccello in fuga dalla gabbia.
Sparisco tra la folla, mentre alla piroetta segue una sequenza di movimenti liberi in cui occorre mostrare la propria creatività.
Un salto, un calcio (kick), un movimento circolare del bacino, prima in senso orario, poi in quello antiorario. Gamba piegata in avanti, movimento di testa che scandisce il ritmo di I'm a slave for You.
Io sono sciolta, altro che neve al sole. Mi proietto in avanti, salto, giro su me stessa, fino a quando uno Stop non si eleva dalla metà della platea. Io mi fermo insieme agli altri.
La ragazza vicino a me si sbilancia e così quella della fila davanti.
Ahia, penso, queste le scartano.