Non ho paura. Sono sul palco e mi sento libera, come un uccello in fuga dalla gabbia.
Sparisco tra la folla, mentre alla piroetta segue una sequenza di movimenti liberi in cui occorre mostrare la propria creatività.
Un salto, un calcio (kick), un movimento circolare del bacino, prima in senso orario, poi in quello antiorario. Gamba piegata in avanti, movimento di testa che scandisce il ritmo di I'm a slave for You.
Io sono sciolta, altro che neve al sole. Mi proietto in avanti, salto, giro su me stessa, fino a quando uno Stop non si eleva dalla metà della platea. Io mi fermo insieme agli altri.
La ragazza vicino a me si sbilancia e così quella della fila davanti.
Ahia, penso, queste le scartano.
Il coreografo passa tra le fila serrate alzando l'indice con il fare di un militare inflessibile.
"Tu, tu, tu." e continua così, mentre mi si avvicina.
Io fremo, lui mi passa rasente. Mi supera volgendo lo sguardo alle ragazze che si sono sbilanciate al termine della coreografia.
"Voi due, eliminate."
Emette la sentenza mantenendo l'espressione di efebo neutrale, mentre le fila dei candidati si diradano e la promozione per chi di noi è rimasto, è confermata.
Non esulto anche se dentro sono un fuoco pronto a divampare. Mi trattengo per la seconda fase.
Cambio di canzone: Far from over. Classicone da provino, mancano soltanto i body e gli scaldamuscoli che andavano di moda negli anni Ottanta. E magari fisici alla Jamie Lee Curtis: atletici, al contrario del mio. Ma la danza trasforma il mio corpo. Diventa bello, bellissimo nella coreografia e avverto su di me degli occhi avidi. Come quelli del direttore. Quelli che sono entrati nel corpo di Lubiana, a umiliarla.
Non ci sono stata e allora...
Leggere ciò che ricordavo mi ha fatto male. E il timore che mi possa accadere una cosa analoga mi sta salendo, ora che ho superato anche questa seconda fase.
E supero anche la terza. E il coreografo ci lascia qualche minuto di pausa. E allora il direttore mi si avvicina. Mi parla, suadente, io scuoto la testa, arretro. Capisco quello che ha provato Lubiana. Capisco cosa significa sentirsi in balia di poteri cui non puoi sfuggire.
"Sai" mi dice il direttore "Hai talento. E non solo quello."
Allunga la mano, gli occhi sono sul mio corpo, sembrano volermi spogliare. Io non voglio. No.
Morale: alla quarta audizione, vengo scartata.
Perché non ci sono stata. Perché pensavo che contasse solo quello. Ballare.
Nessun commento:
Posta un commento